Nelle oltre cinquecento pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Fabio Pilato, che ha portato all’arresto di sette persone facendo luce sugli interessi della famiglia mafiosa di Sciacca, un intero paragrafo è dedicato ai rapporti tra il boss Domenico Friscia, ritenuto l’erede del capomafia Salvatore Di Gangi, e l’attuale presidente del consiglio comunale di Ribera, Vincenzo Costa.
Sono diverse le telefonate e gli incontri tra il boss e il politico, medico veterinario che dall’ottobre 2020 siede sullo scranno più alto del consiglio comunale del comune crispino. Il gip del tribunale di Palermo, nel descrivere la figura del boss, scrive: “Lo spessore mafioso del Friscia e la riconoscibilità esterna del suo ruolo nella realtà saccense trova poi significativa dimostrazione nella vicenda relativa all’intervento su due dipendenti comunali richiestogli dal Presidente del Consiglio comunale di Ribera”. Sì, perchè secondo l’attività investigativa della Guardia di Finanza coordinata dal procuratore Maurizio De Lucia e dall’aggiunto Sergio Demontis, sarebbe stato proprio l’uomo delle Istituzioni a richiedere l’intervento del capomafia su due dipendenti del comune di Sciacca addetti al mantenimento e alla custodia dei cani randagi.
È il 2 maggio 2022 e Costa chiama Friscia: “Lillo.. questi due qua mi stanno creando problemi.. mi nascondono.. me le allungano le anestesie che io ho problemi ad addormentare i cani.. hanno fatto sparire qualche cosa..quindi senza fare troppo scandalo .. perchè non voglio che la cosa.. li incocci a tutti e due.. tutto queste lo dovete “accummigghiari”..basta”. Il boss si attiva immediatamente e rassicura il politico: “No a tutti e due insieme li devo incontrare.. lo so cosa gli devo dire.. a me non m’interessa di quello gli dico.. se voialtri avete problemi ve la sbrigate voialtri ma a quello.. quello è mio fratello.. domani mattina li chiamo insieme ..a quello gli devo tirare le orecchie.. domani mattina li vengo a incontrare qua.. loro alle otto e mezza sono qua.. domani è fatta”. Il boss Friscia, secondo quanto emerso, incontra uno dei dipendenti e l’esito di tale incontro lo comunica a Costa presso la sede dell’ospedale di Sciacca: “Minchia a piangere si stava mettendo..”. Il capomafia rassicurava poi il politico di voler incontrare anche il secondo dipendente: “Si ma pure per lui ce n’è.. perche sono capace a chiamarlo e dirgli stai attento.. cammina giusto perche da dentro non ti faccio uscire più.. e poi deve uscire con la scorta.. io ora quando lui rientra gli faccio finire questi spiriti che ha.. una mala mattinata gli do .. ci vuole una frenata..”
Il 6 maggio 2022 avviene un altro incontro tra il presidente del consiglio comunale e il boss. Il trojan nel cellulare di Friscia registra tutto: “Ma tu te ne accorgi? Appena mi chiami volo.. è questa l’amicizia”. Il politico risponde: “Ma perchè quando mi chiami tu non volo io? l’amicizia questa è ..”. Un altro incontro, nella sede dell’ambulatorio Asp, viene registrato il 5 settembre 2022. “Il capomafia – si legge nell’ordinanza del gip Pilato – sollecitava il politico a risolvere la situazione lavorativa della figlia. La polizia giudiziaria accerterà che quest’ultima, effettivamente, è stata assunta presso “Istituti Clinici Scientifici Maugeri spa” presentando servizio a Sciacca.”