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“Estorsione mafiosa a Santa Margherita Belice”, no ai domiciliari per ex assessore

Il tribunale del Riesame di Palermo ha rigettato il ricorso avanzato dalla Direzione Distrettuale Antimafia che aveva chiesto la misura cautelare dei domiciliari nei confronti di Melchiorre Ferraro, 60 anni, imprenditore agricolo ed ex assessore di Santa Margherita Belice, difeso dall’avvocato Pietro Abate. Ferraro, figura nota nel paese del Gattopardo essendo titolare di un’azienda che da oltre cento anni si occupa della coltivazione di grani antichi, è indagato per una ipotesi di estorsione aggravata in concorso con Giovanni Campo e Pietro Guzzardo.

La vicenda è legata all’inchiesta sulla mafia dei pascoli di Santa Margherita Belice. In quell’occasione furono arrestate cinque persone ma tutte le misure furono poi annullate dal Riesame poco dopo. Anche nel caso di Ferraro, nonostante il ricorso della Dda di Palermo, il tribunale della Libertà ha negato i domiciliari così come aveva già fatto il gip Filippo Serio che non ha ritenuto sussistenti gli indizi di colpevolezza per il reato di estorsione “derubricando” il fatto in minaccia.

Il giudice nell’ordinanza, a tal proposito, scriveva così: “Non sussistono, invece, gravi indizi di colpevolezza a carico di Melchiorre Ferrante in ordine al reato di estorsione. Ad avviso del giudice, sulla base delle dichiarazioni rese a Ferrante sarebbe ascrivibile un episodio di minaccia consumato ai danni di — ma non a una ipotesi di concorso nel reato di estorsione. Dalle medesime dichiarazioni però non emergono indizi per sostenere una ipotesi di concorso nelle condotte di prevaricazioni che hanno visto protagonisti gli altri indagati; né univoci elementi a carico specificamente di Melchiorre Ferraro emergono dalle dichiarazioni rese dalla persona offesa.”