Essere figli e fratelli di mafiosi non significa automaticamente ereditare questa “qualità”: la sezione misure di prevenzione della Corte d’appello di Palermo accoglie l’istanza di riparazione per ingiusta detenzione, presentata da Francesco Eucaliptus, 36 anni, e gli assegna 61 mila euro a titolo di risarcimento.
Nel 2005, quando non aveva ancora compiuto i 24 anni, Eucaliptus, figlio del boss di Bagheria (Palermo) Nicolo’ e fratello di un altro personaggio della cosca, Salvatore Eucaliptus, rimase 254 giorni in carcere, nell’ambito dell’operazione Grande Mandamento, contro i fiancheggiatori di Bernardo Provenzano.
Scarcerato per mancanza di gravi indizi, venne poi comunque condannato a un anno e quattro mesi, non piu’ per il reato che gli era stato originariamente contestato, l’associazione mafiosa, ma per favoreggiamento reale. La sentenza divenne definitiva ma fu cancellata grazie alla revisione (i legali dell’uomo portarono nuove prove di non colpevolezza), accordata dalla Cassazione nel 2014: immediata l’istanza di risarcimento, presentata dagli avvocati Roberto Tricoli e Luigi Miceli, e i giudici l’hanno accolta, sul presupposto che, benche’ appartenente a una famiglia (di sangue) di mafia, non e’ stato dimostrato il contributo che Francesco Eucaliptus avrebbe dato alla famiglia di Mafia di Bagheria.