Sono sedici le ordinanze di custodia cautelare in carcere disposte dal Gip di Palermo ed eseguite dai carabinieri nell’ambito dell’operazione “Monte Reale”.
Quest’ultima è la naturale prosecuzione dei blitz effettuati la settimana scorsa, a Corleone, ma soprattutto di quella dello scorso Marzo, denominata “Nuovo Mandamento”. Allora il più grande colpo fu la cattura dell’anziano boss che reggeva il mandamento di Monreale, Gregorio Agrigento. Oggi,invece, i destinatari sono boss e gregari del mandamento di San Giuseppe Jato ,quelli che sono rimasti sul territorio “scampando” agli ultimi blitz.
Oltre centro i militari del Gruppo Monreale comandato dal tenente colonnello Pietro Sutera, impegnati fra San Giuseppe Jato, Monreale e San Cipirello.
PIU’ ERBA MENO ESTORSIONI. Il quadro che emerge è chiaro: Le cosche sono in crisi, le estorsioni in calo per la crescente insofferenza dei commercianti, le fibrillazioni interne in aumento e il nuovo business per sostenere le asfittiche casse del clan, attaccate anche dai sequestri, è quello legato alla marijuana, alla coltivazione di piantagioni in un territorio non facile da perlustrare: anche questo emerge dalle indagini dei carabinieri del comando provinciale, guidato dal neo comandante Antonio Di Stasio.
LA LOTTA AL POTERE. Dalle intercettazioni emergono anche interessanti elementi per capire meglio le dinamiche interne alla famiglia mafiosa di Monreale. In particolare sono due le fazioni che sembrerebbero in evidente frizione per la guida del clan: da un lato il braccio destro di Gregorio Agrigento, tale Ignazio Bruno, rampollo della famiglia, 40 anni, e con un piglio da “manager”; dall’altro ci sono soggetti, come Giovanni Di Lorenzo, che sono vicini alle posizioni del boss, condannato a 19 anni di 41 bis, Salvatore Mulè.
PARLA IL COLONNELLO DI STASIO. “Le indagini mettono in luce le difficoltà di Cosa nostra nella ricerca di un equilibrio interno, indispensabile per portare avanti le proprie attività illecite. A seguito degli arresti, per ricostruire assetti gerarchici, c’è una ricerca spasmodica di nuovi adepti e di elementi di spicco a cui assegnare la reggenza del mandamento, elementi che abbiano una capacità di leadership in grado di arginare conflitti interni. Cosa nostra cerca di trovare una compattezza granitica che le consenta di assolvere alla propria dinamica interna”. A dirlo è stato il neo comandante provinciale dei carabinieri di Palermo, colonnello Antonio Di Stasio, durante la conferenza stampa per illustrare i dettagli dell’operazione antimafia ‘Monte reale’, che ha colpito il mandamento di San Giuseppe Jato e della famiglia di Monreale
Le indagini sono state coordinate dai sostituti della Dda di Palermo, Francesco Del Bene, Siro De Flammineis e Amelia Luise.
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