Si è conclusa la visita conoscitiva a Lampedusa della commissione per le migrazioni, i rifugiati e gli sfollati del Consiglio d’Europa. Presenti i delegati Sandra Zampa (Socialisti, democratici e verdi), l’irlandese Paul Gavan (Irlanda, Sinistra unitaria europea), il portoghese Paulo Pisco (Socialisti, democratici e verdi) e l’islandese Birgir Thórarinsson (Popolari europei). Alla delegazione è stato spiegato come l’Italia pone in essere le misure che garantiscono la dignità e la sicurezza dei migranti. In particolare, la delegazione ha chiesto informazioni sull’ultimo naufragio, in particolar modo se l’Italia, come sostiene Sea Watch, fosse a conoscenza di un’imbarcazione in difficoltà. Cosa che è stata smentita dal prefetto di Agrigento, Filippo Romano: “Saremmo intervenuti subito, come sempre facciamo in questi casi”; poi è stato chiesto sul centro di trattenimento di Porto Empedocle. “Oltre a star ben poco in questa struttura, abbiamo il filtro del giudice che deve convalidare o meno e fino ad ora ha convalidato poche volte – ha illustrato durante il vertice il prefetto di Agrigento Filippo Romano-, ma abbiamo anche il controllo del Garante per le persone private dalla libertà, che ci ha dato delle utili indicazioni che noi stiamo attuando”. I delegati del Consiglio d’Europa hanno chiesto anche informazioni sulle organizzazioni di trafficanti presenti dall’altra parte del Mediterraneo, di come funzionano, così come anche quanto pagano i migranti per le traversate e come l’asilo politico e la commissione di valutazione stato rifugiato. Il Consiglio d’Europa è organismo creato da molti più Stati rispetto a quelli dell’Unione Europea, e, nascendo dopo l’ultima guerra mondiale, ha la funzione di mantenere la pace, funzione che si esplica attraverso la vigilanza sul mantenimento della democrazia in Europa e che adesso si è spostata anche sui diritti umani