Perchè a Porto Empedocle non si pubblicano i dati come ha già fatto Lampedusa? Chi ha interessa a non fare sapere? Può il Segretario Generale del Comune di Porto Empedocle far sapere a tutti, distinti per anni, nel 2012,2013,2014 e 2015 quanto è costato il servizio e quanto ha incassato con la Tari per anno? Forse non pubblicare continuerà ad aiutare furbi e furbastri che non pagano?
Va aggiunto che dal 2016 per definire il costo del servizio di igiene ambientale ( che i cittadini pagano attraverso la Tari) l’art. 7, comme 9, del D.L n 78/2015 impone di mettere tra i costi anche “gli eventuali mancati ricavi relativi a crediti non incassati”.
In pratica, i Comuni, dovendo incassare tanto quanto spendono (e non meno come avviene oggi dovranno far pagare ai cittadini virtuosi (i fessi?) le mancate riscossioni degli anni passati in capo ai furbi che non pagano. Riteniamo sia urgente che anche a Porto Empedocle si comunichi alla comunità la percentuale di chi non paga e se come avviene già a Lampedusa le percentuali sono di quasi la metà che non pagano non siamo davanti a chi non può pagare ma a chi non vuole pagare ed il Comune anzichè perseguirli si gira dall’altro lato.
Un telefonino, ed in ogni famiglia ve ne sono diversi, costa mediamente tra acquisto e utilizzo diverse centinaia di euro l’anno. Soldi che si trovano mentre non ci sono fondi per i servizi collettivi dell’igiene ambientale. Ciò vuol dire che c’è qualcosa che non funziona nel Comune, chiamato per legge, a vigilare.
Se i dati resi noti dal Comune di Lampedusa (dove uno su due non paga) verranno confermati anche a Porto Empedocle è certo che i furbetti avranno nel Comune un alleato e che la mancata raccolta durerà mesi.
E’ auspicabile che tutti i Comuni rendano pubblici i dati e il singolo Ufficio Tributi dell’Ente agisca per perseguire gli evasori.