“Il Colle vuole cosi'”. La frase sibillina sarebbe stata pronunciata da Francesco Di Maggio, ex magistrato, in occasione della sua nomina a vice direttore del Dap (Dipartimento degli affari penitenziari) nel 1993, quando il presidente della Repubblica era Oscar Luigi Scalfaro. Lo ha rivelato il generale dei carabinieri (in pensione) Eugenio Morini, deponendo oggi al processo sulla cosiddetta trattativa tra Stato e mafia. Morini – teste della difesa del generale Mario Mori – e Di Maggio erano amici e condividevano anche le vacanze assieme alle famiglie: “Mi disse cosi’ – ha aggiunto Morini – ma non chiesi altro ne’ approfondii l’argomento”. Nel corso del controesame il pm ha domandato se Di Maggio avesse mai chiesto “se era disponibile a fare il capo di gabinetto al Dap”. Morini ha confermato la richiesta riferendo di avere rifiutato la proposta. Oggi ha anche deposto il colonnello Giovanni Paone, ex funzionario della Dia e poi transitato nei Servizi segreti che dal gennaio 1994 a gennaio 1995 collaboro’ con il colonnello Riccio all’ipotesi di cattura a Bernardo Provenzano che – grazie alle rivelazioni del collaboratore Luigi Ilardo – trascorreva la sua latitanza nei dintorni di Bagheria. In programma anche la deposizione del colonello Mauro Obinu, che si e’ avvalso della facolta’ di non rispondere. Domani e’ prevista la deposizione di Gerardo Bianco e degli ufficiali dei carabinieri Giampaolo Ganzer e Antonio Damiano.