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Sequestro di persona a Palma, carabiniere in aula: “Li abbiamo visti poco prima al bar”

“La centrale operativa di Licata ci chiamò per un intervento intorno le undici di sera e ci siamo portati sul posto dove due rumeni ci avevano detto di essere stati picchiati e che una loro connazionale era stata rapita”. È ripreso questa mattina con la testimonianza di un appuntato dei carabinieri, per anni in servizio a Palma di Montechiaro, il processo a carico di cinque palmesi accusati di aver sequestrato una donna a scopo di estorsione. Si tratta di Giuseppe Virone, 56 anni; Rosario Ruggeri, 44 anni; Gioacchino Arancio, 45 anni; Franco Arancio, 52 anni e Salvatore Di Maggio, 46 anni. Tutti gli imputati sono di Palma di Montechiaro. Il procedimento è in corso davanti la Corte di Assise di Agrigento presieduta dal giudice Alfonso Malato.

Il sottufficiale dell’Arma, chiamato a testimoniare dal pm della Dda di Palermo Claudio Camilleri, ha spiegato il contenuto di due annotazioni di servizio da lui stesso redatte con riferimento al primo intervento effettuato la sera del 23 aprile 2013. Poco prima, secondo la ricostruzione, due rumeni sarebbero stati picchiati da un gruppo di persone giunte con un fuoristrada e che la loro amica era stata rapita. Le presunte vittime dichiararono di trovarsi a Palma per fare visita ad un loro conoscente. Il carabiniere ha raccontato anche di aver visto due ore prima dei fatti alcuni degli imputati in un bar di Palma di Montechiaro e di aver riconosciuto uno di loro, in quanto già noto all’ufficio. La sua descrizione, abiti indossati e acconciatura, risulterà uguale a quella fornita dalle due vittime. 

Secondo l’ipotesi accusatoria, i cinque imputati avrebbero picchiato, minacciato con una pistola e sequestrato la donna, chiusa nel bagaglio di un’auto, per vendetta nei confronti del fidanzato “accusato” dal commando di aver messo a segno un furto in un centro scommesse. I palmesi non sono mai stati raggiunti da alcuna misura cautelare salvo poi finire a processo. Si torna in aula il 24 gennaio per sentire altri tre testimoni.