Agrigento

Accusò il marito di averla sfregiata con l’acido ma non era vero: lei arrestata, lui torna libero 

“Una vicenda triste, una situazione apparsa fin da subito poco chiara con tante contraddizioni che sono emerse già al sopralluogo effettuato nell’abitazione”. Lo ha dichiarato il procuratore di Agrigento, Giovanni Di Leo, nella conferenza stampa a margine dell’arresto di Silvana Sfortuna, la cinquantenne che all’inizio del mese di dicembre aveva denunciato di essere stata vittima di un’aggressione da parte del marito con l’acido a Palma di Montechiaro. La donna, difesa dall’avvocato Giuseppe Vinciguerra) è finita nel carcere “Pasquale Di Lorenzo” di Agrigento con le accuse di lesioni personali gravissime e calunnia aggravata. A firmare il provvedimento è il gip Micaela Raimondo che, contestualmente, ha disposto la scarcerazione di Saro Gioacchino Morgana (difeso dall’avvocato Calogero Sferrazza), ex marito della donna, attualmente ricoverato all’ospedale Cannizzaro di Catania. La svolta era nell’aria da diverso tempo.

Tante, troppe le incongruenze e le contraddizioni nella versione dei fatti fornita dalla donna che aveva dichiarato di essere stata aggredita dal marito. Raccontato confermato non soltanto agli inquirenti ma anche alle telecamere della Rai. Secondo le risultanze investigative dei poliziotti del commissariato di Palma e della Squadra mobile di Agrigento, la vicenda sarebbe avvenuta al contrario e cioè che lei avrebbe provato a sfregiare il marito con l’acido. E puntuale è arrivato il provvedimento del Gip, Micaela Raimondo che ha ordinato l’arresto della 50enne, spedendola nel carcere Petrusa di Agrigento, accusata di aver ferito in maniera grave, lanciandogli acido il marito.

Le accuse mosse con specifica richiesta, del 26 dicembre scorso alla donna, dal pubblico ministero Maria Barbara Grazia Cifalinò sono di lesioni personali gravissime (sfregio permanente) e calunnia aggravata. Alla base del nuovo provvedimento di cattura ci sarebbero attività investigative svolte dal personale del Commissariato di Palma di Montechiaro guidato da Maria Lucia Lombardo e dalla Squadra mobile di Agrigento guidata da Vincenzo Perta, intercettazioni soprattutto che hanno svelato agli inquirenti una realtà diversa da quella narrata. La bottiglia, una borraccia in realtà di acido poi versato sull’uomo si sarebbe rivelata la prova schiacciante: sembra che ad acquistarla non sia stato Morgana ma la donna in un negozio gestito da cinesi. E le intercettazioni hanno fatto il resto consigliando il pm Cifalinò a richiedere l’arresto senza aspettare gli accertamenti irripetibili già fissati per i primi di gennaio.