Verranno eseguiti a partire dal 26 novembre prossimo, presso i laboratori di chimica del Gabinetto regionale di Polizia scientifica per la Sicilia Orientale di Catania, altri accertamenti irripetibili, disposti dalla Procura della Repubblica di Agrigento che continua ad indagare sull’omicidio del palmese Roberto Di Falco avvenuto il 28 febbraio scorso nel piazzale della concessionaria “Autoxpassione” sita all’ingresso del Villaggio Mosè dove lo scorso 28 febbraio è stato ucciso il palmese Roberto Di Falco.
Agli esami del Gabinetto regionale della polizia Scientifica potranno partecipare anche i consulenti e gli avvocati nominati dalle parti. Sotto accusa per omicidio sono: Angelo Di Falco, 39 anni, fratello della vittima, Calogero Zarbo, 40 anni e Domenico Avanzato, 37 anni, tutti di Palma.
La ricostruzione dell’episodio è particolarmente complessa ma Procura, Gip e Tribunale del riesame sono d’accordo su un punto centrale: il 38enne palmese Roberto Di Falco è stato ucciso dopo che il commerciante di auto, che lo avrebbe truffato facendo degli acquisti con degli assegni scoperti, aveva reagito a un brutale pestaggio da parte dello stesso Di Falco, del fratello e di due amici che sarebbero partiti da Palma col proposito di pestarlo e, parrebbe, ucciderlo a colpi di pistola.
Il concessionario di auto, vittima del pestaggio, quando avrebbe visto spuntare la pistola, con una mossa fulminea l’avrebbe spostata deviando il colpe sull’addome di Roberto Di Falco. Secondo la Procura e il Gip Giuseppe Miceli, che ha firmato l’ordinanza cautelare, si sarebbe trattato di “omicidio per errore”. Ricostruzione storica avallata dal Tribunale del Riesame che, però, ha riqualificato diversamente sul piano giuridico annullando la misura cautelare: la spedizione punitiva finita male, in sostanza, si sarebbe conclusa con un omicidio da parte del commerciante che, però, non sarebbe punibile in quanto avrebbe agito per legittima difesa.
La Corte di Cassazione ha, tuttavia, definitivamente chiarito la vicenda accogliendo il ricorso presentato dalla Procura della Repubblica di Agrigento (pubblico ministero Gaspare Bentivegna) che sancisce la bontà delle conclusioni investigative riguardanti il decesso di Roberto Di Falco: quella morte fu la conseguenza di un “omicidio per errore”.
Il pubblico ministero Gaspare Bentivegna, ha già fatto notificare agli indagati l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.