E’ di ieri pomeriggio la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Palermo, sez. IV penale, che ha decretato l’assoluzione dell’avv. Alfonso Tuttolomondo, imputato del delitto di estorsione poiché avrebbe costretto la moglie, con violenza e minaccia , a scrivere che le proprietà a lei intestate di fatto erano di Alfonso Tuttolomondo, assistito dagli avvocati Annalisa e Salvatore Russello.
Secondo il costrutto accusatorio la moglie dell’avv. agrigentino sarebbe stata costretta a firmare dei fogli in bianco .
Il processo trae origine da una denuncia presentata dalla moglie del Tuttolomondo, assistita dall’avv. Giuseppe Arnone, a seguito della quale l’avvocato veniva sottoposto a processo innanzi il Gup di Agrigento Stefano Zammuto.
Il processo si concludeva con sentenza assolutoria, dopo l’espletamento di una consulenza grafologica, disposta d’ufficio, avente ad oggetto la scrittura che rappresentava l’oggetto dell’estorsione. La consulenza grafologica escludeva che la medesima scrittura fosse stata realizzata dietro violenza o minaccia e, dunque, nessuna coartazione della volontà era stata posta in essere dal Tuttolomondo nei confronti dell’ex coniuge.
Avverso la sentenza assolutoria del Gup proponevano appello sia la parte civile costituita, sia il Procuratore generale.
La difesa dell’imputato, ieri, ha sollevato preliminarmente una duplice eccezione di inammissibilità dell’appello proposto rilevando la tardività per ciò che concerne l’appello depositato dalla parte civile e la carenza di interesse per quanto concerne l’appello proposto dal Procuratore generale che secondo la difesa non avrebbe potuto proporre appello, essendola prescrizione maturata prima della proposizione del medesimo atto di appello, richiamando un recentissimo precedente giurisprudenziale della Corte di Cassazione, a sezioni unite.
La richiesta di condanna era di due anni e 4 mesi di reclusione.
La Corte d’Appello ha disposto la inammissibilità dell’appello proposto dalla ex coniuge con il patrocinio dell’avv. Arnone nonché la inammissibilità dell’appello proposto dalla Procura generale; ha confermato la sentenza assolutoria e condannato la parte civile al pagamento delle spese processuali.
Si resta in attesa del deposito delle motivazioni della sentenza che secondo quanto dichiarato dall’avv. Alfonso Tuttolomondo rappresenta il giusto riscatto alle sofferenze patite nel corso di questi anni a causa della presentazione di denunce infondate.