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Morto a 12 anni mentre giocava a basket, medico sotto inchiesta: gip dispone nuove indagini 

“A parere di questo giudice permangono profili di dubbio, che merita degli accertamenti più approfonditi, in ordine all’operato del predetto indagato ed anche alla circostanza circa l’assenza del defibrillatore nella palestra e, se la presenza del predetto apparecchio, avrebbe aumentato le possibilità di sopravvivenza del piccolo Davide”. Il gip Giuseppe Miceli ha rigettato la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura di Agrigento nei confronti del medico dello sport coinvolto nell’inchiesta sulla morte del piccolo Davide Licata, il dodicenne deceduto mentre stava giocando a basket nella palestra dell’istituto Guarino di Favara il 21 marzo dello scorso anno.

Il giudice, accogliendo la richiesta di opposizione dei genitori della giovane vittima (rappresentati dagli avvocati Giuseppe Barba e Laura Mossuto, ha anzi invitato il pubblico ministero a disporre ulteriori indagini per fare luce su quanto accaduto. Alcuni punti, per il giudice, non sono ancora del tutto chiari ancora oggi. A partire dall’assenza del defibrillatore in palestra ma anche per quanto riguarda la condotta del medico dello sport, difeso dall’avvocato Ignazio Valenza, che aveva rilasciato l’idoneità sportiva al ragazzino nell’ottobre 2022.

Dubbi che emergono, in particolare, anche dalla lettura della consulenza tecnica cardiopatica di parte offesa redatta dal prof. Gaetano Thiene, noto tra le altre cose per aver eseguito la perizia sul calciatore Davide Astori. La procura aveva chiesto l’archiviazione del caso escludendo ogni responsabilità del medico sportivo sulla base di una consulenza che affermava che “i dati clinici e gli elettrocardiogrammi pratichi dal medico non erano in grado di evidenziare la patologia sia miocardica che coronaria in quanto tali anomalie non mostrano usualmente alcun segno clinico dell’esame obiettivo”.