Un nuovo processo per Massimo Ciancimino inizia domani a Bologna. Gia’ imputato per la presunta trattativa Stato-Mafia, il figlio dell’ex sindaco di Palermorispondera’ davanti al giudice Aldo Resta di calunnia. L’accusa riguarda la denuncia fatta da Ciancimino nel 2009, quando viveva nel capoluogo emiliano: disse di aver subito minacce da una persona, che in seguito avrebbe identificato in Rosario Piraino, agente dell’Aisi. Ciancimino sostenne che il 3 luglio si era presentato a casa sua un uomo, che descrisse, a minacciare lui e la famiglia. Ma la circostanza non trovo’ riscontro nelle telecamere installate all’insaputa di Ciancimino fuori dall’abitazione, in seguito ad accertamenti per episodi precedenti, sempre per presunte minacce. Gli atti erano stati trasmessi da Palermo a Bologna, dopo che Ciancimino aveva detto ai pm di aver ricevuto nella casa bolognese una lettera anonima con tre proiettili. Dopo varie indagini, compreso un accertamento sulla carta di credito di Piraino che ne certificava la presenza a Palermo il 3 luglio, l’inchiesta per le minacce aggravate dall’aver agevolato Cosa Nostra fu archiviate a Bologna, dove lo scorso dicembre per Ciancimino, difeso dall’avv. Roberto D’Agostino, c’e’ stato il rinvio a giudizio. Piraino e’ assistito come persona offesa dagli avv. Massimo Montalbano e Nino Caleca, domani sostituiti in udienza dall’avv. Alessandro Armaroli. Il 18 marzo intanto sulla vicenda si e’ pronunciato un giudice civile: il tribunale di Palermo ha condannato Ciancimino a risarcire Piraino con 50mila euro per il danno subito, riconoscendo la sussistenza della calunnia