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Il villaggio dei Vip alla Scala dei Turchi, 11 anni dopo i fatti arriva la sentenza del processo-bis

La prescrizione spazza via gran parte delle contestazioni compresa quella (quasi per tutti) di lottizzazione abusiva di terreno. La seconda sezione penale della Corte di Appello di Palermo si è pronunciata nel processo-bis scaturito dall’inchiesta sulla realizzazione del cosiddetto “Villaggio dei vip” alla Scala dei Turchi, vale a dire la costruzione (mai realmente completata) di lussuose villette. La vicenda risale al 2013. I giudici erano chiamati nuovamente a giudicare quattro imputati dopo che la Cassazione – era il 2021 – aveva annullato la sentenza di secondo grado.

L’unica posizione rimasta inalterata rispetto al precedente giudizio è quella di Gaetano Caristia, 75 anni, presidente della società di Siracusa Co.Ma.Er che stava realizzando il complesso di villette a schiera. L’imprenditore era stato condannato dal gup di Agrigento ad otto mesi e 14 mila euro. La Corte di Appello ha dichiarato il non doversi procedere nei confronti di Antonino Terrana, 65 anni, dirigente della Soprintendenza in relazioni alle contestazioni di lottizzazione e distruzione o alterazione di luoghi e bellezze naturali. Nel precedente giudizio era stato condannato a quattro mesi di arresto. Non luogo a procedere anche per Francesco Barraco, 62 anni, direttore dei lavori, anche lui condannato in primo grado a quattro mesi, in relazione ai reati di lottizzazione e abusi edilizi quali la realizzazione di strutture in cemento, sbancamento in luoghi vincolati da inedificabilità e senza permessi dell’assessorato regionale e in violazione del piano di fabbricazione del comune di Realmonte. La posizione di un quarto imputato – Sebastiano Comparato, legale rappresentante e socio maggioritario della stessa società – è stata dichiarata estinta in seguito al decesso dello stesso.

La Corte di Appello di Palermo ha altresì revocato gli ordini di demolizione e di ripristino dei luoghi impartiti nei confronti di Barraco e Terrana. Tutti, comunque, dovranno pagare le spese processuali sostenute nel giudizio dalle parti civili. Le motivazioni verranno depositate entro novanta giorni. Il progetto del Borgo, bloccato dal sequestro negli anni scorsi, è un complesso di villette a schiera, poco distante dalla scogliera di marna bianca, ritenuto dalla Procura illegittimo perché avrebbe violato le prescrizioni relative alle altezze degli edifici e alla distanza dal mare.