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La sparatoria a Joppolo Giancaxio, commerciante resta ai domiciliari: “Non volevo uccidere”

Si è avvalso della facoltà di non rispondere Francesco Russo, il commerciante ventinovenne che lo scorso 25 agosto sparò all’indirizzo di un ventitreenne a margine di una lite avvenuta nel centro di Joppolo Giancaxio. L’indagato, difeso dall’avvocato Santo Lucia, è comparso questa mattina davanti il gip del tribunale di Agrigento, Iacopo Mazzullo, in seguito alla nuova contestazione mossa a suo carico dalla procura di Agrigento (pm Gaspare Bentivegna): tentato omicidio. Russo, pur non rispondendo alle domande del giudice, ha comunque voluto rilasciare spontanee dichiarazioni, simili a quelle già fatte al momento del fermo di tre mesi fa: il commerciante ha dichiarato di aver sì sparato ma non per uccidere, di aver difeso il cugino disabile per alcuni furti subiti e di essere stato colpito alla testa, perso gli occhiali da vista e aver sparato soltanto uno dei due colpi in canna non appena vista una sagoma sfuocata. Il giudice, al termine dell’interrogatorio, ha confermato la misura cautelare degli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto.

A carico di Russo, dunque, viene mossa anche la contestazione di tentato omicidio dopo quelle di ricettazione, detenzione e porto in luogo pubblico di un’arma clandestina. La vittima dell’agguato (rappresentata dall’avvocato Gianluca Sprio), colpita all’addome, riportò una grave lesioni al midollo spinale con il rischio di rimanere paralizzato. È stato un conoscente a soccorrerlo e portarlo in guardia medica prima del trasferimento all’ospedale di Agrigento e poi al Villa Sofia di Palermo. All’origine della lite, ricostruita anche grazie alla testimonianza dello stesso gruppo di amici, ci sarebbe stata la sottrazione-danneggiamento di un telefono di un cugino disabile di Russo. Quest’ultimo, dopo essersi armato, ha sparato al rivale per poi allontanarsi e trovare rifugio in una casa di campagna. L’arma, con matricola abrasa, è stata gettata in un campo. È stato lo stesso Russo, fermato dai carabinieri in auto lungo la strada provinciale 18, a far rinvenire la pistola e i vestiti indossati quella notte.