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Il sequestro di 5 tonnellate di cocaina a Porto Empedocle, chiesta nullità del giudizio immediato

La Dda di Palermo chiede un’attività integrativa di indagine con la produzione di ulteriori video relative alla maxi operazione. Le difese si oppongono e passano “all’attacco” invocando la nullità del decreto che ha disposto il giudizio immediato e, in ogni caso, un nuovo termine per la valutare la scelta di riti alternativi. È ripreso questa mattina, davanti i giudici della prima sezione penale del tribunale di Agrigento, il processo a carico di quindici imputati coinvolti nel maxi sequestro di cinque tonnellate di cocaina avvenuto la scorsa estate a Porto Empedocle. Si tratta del più grande sequestro eseguito ad oggi in Italia.

Il dibattimento, per ragioni di spazio e sicurezza, si sta celebrando nell’aula Livatino. Il sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia Federica La Chioma ha chiesto di poter produrre nuovi filmati relativi del blitz. Le difese – tra gli altri gli avvocati Leonardo Marino, Giancarlo Liberati, Alessia Dzedzinska e Maria Paola Polizzi – si sono opposte chiedendo peraltro che il tribunale annulli il decreto con cui sono stati mandati a processo gli imputati, quindici in tutto. Si tratta dei membri dell’equipaggio della motonave “Plutus” e del peschereccio “Ferdinando d’Aragona”, accusati di associazione a delinquere finalizzata al trasporto, commercio, cessione e detenzione di sostanze stupefacenti aggravata dalla transnazionalità e dall’ingente quantità. I giudici scioglieranno la riserva sul punto nell’udienza del prossimo 12 dicembre.

L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia Federica La Chioma, non soltanto ha permesso di sequestrare cinque tonnellate di cocaina ma ha fatto anche luce su un articolato gruppo di trafficanti. Le indagini nascono dal ritrovamento di 56 chili di hashish nella disponibilità di due pregiudicati palermitani. L’attività investigativa ha così permesso di ricostruire i movimenti telefonici effettuati esclusivamente da utenze criptate olandesi. Si è così delineata, con il proseguo delle indagini, una ben radicata organizzazione criminale dedita al narcotraffico operativa tra la Sicilia e la Calabria. Il blitz scatta la notte del 19 luglio 2023. Gli investigatori tengono d’occhio la motonave Plutus, battente bandiera di Palau, piccolo arcipelago vicino le Filippine. L’imbarcazione effettua movimenti anomali, cambi di rotta, non comunica gli spostamenti alle autorità. Ed è proprio in quel momento che entra in scena il peschereccio “Ferdinando d’Aragona” che, a circa quaranta miglia dalle coste italiane, recupera una serie di pacchi gettati in mare.

La Guardia di Finanza entra in azione e blocca il peschereccio, portandolo nel porto più vicino: Porto Empedocle. Vengono così rinvenuti ben 187 colli contenenti 24 panetti ciascuno: sono 5,3 tonnellate di cocaina. La nave Plutus, che aveva tentato una fuga, verrà bloccata in seguito e portata nel porto di Termini Imerese. Ecco i 15 imputati a processo: Yanis Bargas, 20 anni; Murad Osmanov, 29 anni; Elamr Hamzayev, 26 anni; Yeroslav Malenkov, 75 anni; Rasim Huseynov, 58 anni; Orkhan Orujov, 34 anni; Eran Tekin, 39 anni; Nuh Bal, 50 anni; Birol Altin, 41 anni; Mehmet Kirmizigul, 35 anni; Ebubekir Ozbilen, 30 anni; Murlan Mirzammadov, 30 anni; Ergin Tahir Aycun, 35 anni; Erkan Katircioglu, 49 anni; Onur Coskun, 25 anni. Altri cinque imputati hanno scelto la via del rito abbreviato: si tratta di Vincenzo Catalano, 36 anni; Sami Mejri, 49 anni; Kamel Thamlaoui, 55 anni; Elvis Lleshaj, 36 anni; Murad Osmanov, 29 anni.