Il crack torna con prepotenza ad invadere le strade di Canicattì. Sono oltre cinquecento le cessioni di questa sostanza stupefacente, sempre più diffusa tra i giovani e che crea una forte dipendenza, documentate in appena tre mesi nell’attività investigativa dei poliziotti del commissariato guidato dal dirigente Gerlando Scimè. I numeri, purtroppo, sono preoccupanti. La droga – tra aprile e giugno 2022 – veniva spacciata dappertutto, continuamente, senza sosta. La procura di Agrigento – con il pm Elenia Manno – tira le somme e notifica l’avviso di conclusione indagini nei confronti di 14 persone coinvolte nella maxi inchiesta. Tra le accuse contestate a vario titolo – oltre le cessioni di crack, hashish e cocaina – anche quelle di ricettazione ed evasione. Alcuni degli indagati, nonostante fossero ai domiciliari, avrebbero continuato a vendere lo stupefacente. Negli atti dell’inchiesta anche un giro di furti e ricettazione di auto, principalmente Fiat Panda, sparite nel nulla da Canicattì in meno di una settimana. Era il maggio 2022. Adesso quattordici indagati rischiano di finire a processo.
Ecco chi sono: Valentina Lo Manto, 34 anni, di Canicattì; Beddreddine Ben Fraj, 36 anni, tunisino; Khemaies Hakimi, 41 anni, tunisino; Kabil Taler, 32 anni, tunisino; Salvatore Mantione, 54 anni, di Canicattì; Cristian Aprile, 23 anni, di Canicattì; Rached Bouaicha, 39 anni, tunisino; Ionut Toderita, 24 anni, della Romania; Costantin Marius Toderita, 26 anni, della Romania; Laura Savaia, 29 anni, di Canicattì; Gioachino Amato, 45 anni, di Canicattì; Salvatore Calderaro, 47 anni, di Canicattì; Giuseppe Sorce, 37 anni, di Canicattì; Mirko Messina, 35 anni, di Canicattì.
Non tutti – però – sono indagati per detenzione e cessione di droga. Ad Amato, ad esempio, vengono contestate le ipotesi di reato di ricettazione e violazione degli obblighi imposti dalla misura alternativa alla detenzione domiciliare; a Calderaro, invece, viene contestato una singola ipotesi di ricettazione legata ad un’auto Subaru; per Sorce le ipotesi contestate sono alcune ricettazioni di auto e l’aver violato la sorveglianza speciale a cui era sottoposto. Stessa accusa, infine, è mossa a Messina.
Gli indagati avranno venti giorni di tempo per poter produrre memorie, chiedere di essere sentiti dal pubblico ministero ed evitare la richiesta di rinvio a giudizio. Nel collegio difensivo gli avvocati Leonardo Marino, Emilio Scrudato, Valeria Martorana, Donata Milano, Riccardo Miccichè, Dario Miccichè,