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“Dichiarazioni taroccate per evadere l’Iva”, chiesto processo per 7 imprenditori 

La procura di Agrigento ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di sette imprenditori agrigentini accusati di aver alterato le dichiarazioni dei redditi, attraverso fatture e operazioni ritenute fittizie, al fine di evadere l’imposta sui redditi e sul valore aggiunto. Il provvedimento è firmato dal procuratore capo Giovanni Di Leo e dal sostituto procuratore Giada Rizzo. 

La prima udienza preliminare si celebrerà il prossimo 14 gennaio davanti il gup Giuseppa Zampino. Sette gli imputati: Vincenzo Russello, 61 anni, di Grotte; Marialucrezia Sottile, 34 anni, di Racalmuto; Filippo Ferraro, 77 anni, di Riesi; Salvatore Di Mattina, 48 anni, di Canicattì; Maurizio Zaffuto, 55 anni, di Grotte; Davide Di Gioia, 47 anni, di Canicattì; Giuseppe Ricottone, 35 anni, di Racalmuto. 

Al centro dell’inchiesta i conti di alcune società operanti tra Canicattì, Racalmuto e Grotte. Agli indagati viene contestato l’aver indicato nelle rispettive dichiarazioni dei redditi elementi passivi fittizi per una evasione complessiva che sfiora i tre milioni di euro. Nel mirino degli inquirenti le dichiarazioni dei redditi comprese nel periodo tra il 2016 ed il 2019. Gli imprenditori hanno nominato quali difensori gli avvocati Calogero Meli, Gianfranco Pilato, Gioacchino Mulè, Giuseppe Giardina, Salvatore Pennica, Vincenzo Avanzato.