A sei anni dall’operazione che fece luce sulla scalata al vertice della mafia di Agrigento del boss Antonio Massimino, e su un vasto traffico di sostanze stupefacenti, si sta per concludere il processo (rito ordinario) scaturito dall’operazione Kerkent. Ieri mattina, davanti i giudici della prima sezione penale presieduta da Alfonso Malato, il pm della Dda di Palermo Claudio Camilleri ha cominciato la sua requisitoria. In questo stralcio processuale sono sette gli imputati: si tratta di Pasquale Capraro, 33 anni; Angelo Cardella, 53 anni; Francesco Luparello, 51 anni; Saverio Matranga, 47 anni; Gabriele Miccichè, 35 anni; Calogero Trupia, 39 anni; Angelo Iacono Quarantino, 33 anni, di Porto Empedocle. Nello stralcio abbreviato, invece, il processo si è concluso con 14 condanne definitive.
Il pm Camilleri ha cominciato a illustrare l’atto di accusa affrontando le posizioni di quattro dei sette imputati. Le restanti posizioni verranno discusse all’udienza del prossimo 3 marzo. Durante la requisitoria il pubblico ministero ha rimarcato l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga operante in provincia d Agrigento. Al vertice del gruppo vi era il boss Massimino. Gruppo criminale che – secondo l’accusa – presenta tutti i tratti tipici dell’associazione a delinquere: i soggetti erano consapevoli di appartenere ad una struttura definitiva, ciascuno ricopriva un determinato ruolo con una cassa comune e dei luoghi specifici dove avvenivano riunioni o veniva custodito lo stupefacente. Diversi i canali di approvvigionamento: da quello calabrese a quello palermitano.
Il processo riprenderà il prossimo 3 marzo quando il pubblico ministero terminerà la requisitoria. Poi la parola passerà alle difese (nel collegio gli avvocati Salvatore Virgone, Santo Lucia, Salvatore Tirronnocchi, Ninni Giardina) per le arringhe.