Estorsione e tentata estorsione perché avrebbe minacciato gravi ritorsioni nei confronti di alcuni clienti se non avessero pagato una somma di denaro ulteriore rispetto al proprio onorario che, invece, era stato già liquidato. Un’avvocatessa del foro di Agrigento, Francesca Picone, 42 anni, e la sorella Concetta, di due anni più grande, finiscono davanti al Gup.
Il procuratore aggiunto di Agrigento, Ignazio Fonzo, e i pubblici ministeri Carlo Cinque Alessandro Macaluso hanno chiesto il rinvio a giudizio delle due donne. L’ udienza preliminare si celebrerà a partire dal 22 novembre davanti al giudice Stefano Zammuto.
I fatti contestati risalgo no agli anni scorsi. L’ avvocatessa Picone, il 5 aprile del 2013, avrebbe minacciato una cliente, nell’ ambito di un procedimento finalizzato all’ ottenimento dell’ indennità di accompagnamento del figlio, e – secondo i pm – si sarebbe fatta consegnare indebitamente 5 mila euro in contanti «malgrado il pagamento dei compensi per onorari di entrambi i gradi di giudizio fosse stato liquidato».