Nel pomeriggio di mercoledì 13 novembre, personale della Polizia di Stato appartenente alla Squadra Mobile di Enna e al Commissariato distaccato di Pubblica Sicurezza di Piazza Armerina, con la collaborazione di personale della Squadra Mobile di Ragusa, ha proceduto all’arresto di due coniugi, condannati con sentenza passato in giudicato, a seguito di ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Caltanissetta.
In particolare, a seguito di un’articolata indagine condotta dai due Uffici investigativi in relazione ad una serie di furti con strappo, lesioni personali e rapine improprie pluriaggravate, consumate nel centro armerino e nei paesi viciniori tra dicembre del 2011 e marzo 2012, venivano individuati alcuni soggetti quali possibili coautori delle gravi condotte illecite. In uno dei tanti episodi, i poliziotti riuscivano a rintracciare e ad arrestare in flagranza di reato gli autori di una rapina impropria pluriaggravata, consumata ai danni di anziani cittadini, mentre fuggivano in direzione della loro città di origine; nella circostanza venivano rinvenuti nella loro disponibilità le tracce e il corpo del reato appena consumato. Le risultanze delle indagini nel frattempo esperite permettevano di ricondurre all’azione dei correi ulteriori e gravi fatti predatori e di denunciarli in concorso tra loro, a vario titolo, all’Autorità giudiziaria.
In alcuni casi, i malviventi – con abili raggiri – riuscivano ad introdursi all’interno delle case delle ignare vittime che poi venivano immobilizzate e imbavagliate; così gli odierni condannati riuscivano a depredare gli anziani, che in alcuni casi venivano anche picchiati con violenza, e successivamente a guadagnare la fuga. Le molteplici fonti di prova, raccolte dagli investigatori a carico dei medesimi, hanno consentito di pervenire alla sentenza di condanna per tutti gli imputati. Pertanto, a seguito della pronuncia della Suprema Corte di Cassazione, i due coniugi sono stati rintracciati presso la loro abitazione e tratti in arresto per essere tradotti, rispettivamente, presso le Case Circondariali di Catania-Piazza Lanza e di Ragusa, dove l’uomo dovrà scontare la pena della reclusione a 10 anni, 11 mesi e 28 giorni, e la donna la pena della reclusione a 11 anni e 18 giorni.