La Guardia di Finanza di Palermo ha arrestato 5 persone, ritenute responsabili di intestazione fittizia di beni, favoreggiamento personale e reale e estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Tra gli arrestati Giuseppe Ferdico e l’amministratore giudiziario del noto centro commerciale.
In carcere sono finiti: Giuseppe Ferdico, 61 anni; Francesco Montes, 68 anni; Pietro Felice, 60 anni; Antonino Scrima, 54 anni. Agli arresti domiciliari è finito Luigi Antonio Miserendino, 50 anni.
I finanzieri hanno inoltre sequestrato quote societarie e beni appartenenti o riconducibili alla “Fenice Store Srl” e della “Ariaperta Srl”, per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro.
Le indagini si sono concentrata sulla gestione del “Portobello” di Carini, centro commerciale del valore di oltre 70 milioni di euro e dotato di 35 negozi. Attualmente il centro in amministrazione giudiziaria a seguito del sequestro eseguito dal Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo nel 2012, nell’ambito di un procedimento di prevenzione a carico di Giuseppe Ferdico – noto imprenditore palermitano già leader, sul territorio regionale, nel settore della grande distribuzione di detersivi. Le indagini, sviluppate anche mediante intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno consentito di raccogliere gravi indizi per ritenere: come, nonostante l’affidamento all’amministratore giudiziario, Giuseppe Ferdico fosse ancora il gestore del centro commerciale “Portobello”, in quanto “socio occulto” della “Ariaperta Srl” e della “Fenice Store Srl”; alle due società, amministrate di fatto da Francesco Montes, già condannato in via definitiva per bancarotta fraudolenta, era stata affidata la gestione della galleria e del supermercato del centro commerciale.
“La storia inizia nel 2012, in occasione del sequestro di prevenzione e poi della confisca nel marzo 2017 del patrimonio di Giuseppe Ferdico – spiega il comandate provinciale della Guardia di finanza di Palermo, Giancarlo Trotta – L’amministratore giudiziario Luigi Antonino Miserendino non ha svolto fedelmente i suoi compiti. Infatti ha affidato a prestanomi le società che facevano capo a Ferdico. Queste vicende ci fanno capire che anche quando il bene è stato confiscato l’attenzione va mantenuta alta”.