Avrebbe fatto registrare un falso testamento olografo per entrare in possesso di una casa che doveva essere poi venduta alla moglie di un notaio, che era proprietaria dell’appartamento confinante. E’ l’accusa contestata a una donna 51 anni, che è stata condannata, pena sospesa, a due anni di reclusione per falso dal gip di Catania Giuliana Sammartino.
Il gip Sammartino ha dichiarato “la falsità del testamento olografo”, ordinandone “la confisca e distruzione”, e ha disposto, oltre al risarcimento delle spese legali, anche il pagamento di una provvisionale di 5.000 euro alla parte civile, l’erede della proprietaria dell’immobileassistita dall’avvocato Antonio Fiumefreddo.
Agli atti del processo la perizia grafica che ha stabilito la falsità del lascito, registrato da un notaio estraneo alla vicenda, e le testimonianze di un lontano cugino e di un’amica e convivente della proprietaria della casa che hanno sostenuto che la donna non conosceva l’imputata e non era in grado, per le condizioni di salute, di redigere un testamento olografo.