Blitz in un campo nomadi, arrestato un latitante; sequestri non convalidati dalla Procura

Sebastian Dibrani

Su di lui pendeva un ordine di carcerazione emesso dalla Procura di Messina nel 2010.

Così per Sebastian Dibrani, 43 anni, di origine slava, si sono spalancate le porte del carcere Pagliarelli di Palermo. I carabinieri lo hanno rintracciato nel campo nomadi della Favorita, durante il blitz che venerdì scorso li ha visti impegnati insieme a vigili del fuoco e polizia municipale.

I militari della Compagnia di San Lorenzo, insieme agli uomini del 12° Battaglione Sicilia e alle unità cinofile hanno passato al setaccio le baracche del campo.

Complessivamente sono state identificate 73 persone e sono state effettuate 45 perquisizioni domiciliari. Con l’accusa di invasione di terreni i carabinieri hanno denunciato 69 persone, mentre un 30enne serbo è stato segnalato alla Prefettura quale assuntore di sostanze stupefacenti. Circa venti persone, sprovviste di documenti, sono state identificate tramite la rilevazione di impronte digitali.

Tra queste anche quattro donne, risultate clandestine sul territorio nazionale, per cui sono state avviate le procedure per il rimpatrio. Dodici auto, prive di assicurazione, sono state sequestrate. Alle operazioni ha partecipato anche un elicottero del Nec che ha sorvolato l’area durante il blitz. L’Azienda sanitaria provinciale ha rilevato precarie condizioni igienico sanitarie.

La Procura di Palermo, intanto, non ha convalidato il sequestro del campo nomadi nel Parco della Favorita. Per il pm Claudio Camilleri non ci sono i presupposti d’urgenza che la legge richiede in caso di sequestri probatori. I sigilli erano stati messi a 48 immobili, baracche alcune delle quali in muratura, e a un’area di 60mila metri quadrati. Il provvedimento del magistrato rimarca l’assenza dei requisiti normativi alla base del sequestro e l’insufficienza degli accertamenti fatti per individuare i reati contestati.