Blitz “Aretusa”, traffico all’ombra della mafia in Sicilia, 13 arresti (vd e ft)

La Squadra Mobile e i Carabinieri del Comando Provinciale di Siracusa, a conclusione indagini hanno dato esecuzione questa notte a 15 ordinanze di custodia cautelare emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Catania su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di altrettante persone tutte residenti a Siracusa, facenti parte di tre sodalizi criminali operanti nel capoluogo, ritenute responsabili a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione e spaccio di stupefacenti, con le aggravanti di appartenere ad associazione armata e, per alcune di loro, di aver agevolato il clan mafioso “Bottaro-Attanasio”.

Fiumi di droga all’ombra della mafia, dunque. Tredici le persone arrestate, su delega della Dda di Catania, dalla Squadra mobile di Siracusa e dal Roni del Comando provinciale carabinieri nell’ambito dell’operazione “Aretusa”. Sono accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
La complessa attività investigativa, svolta avvalendosi sia di metodi tradizionali che di supporti tecnici, oltre che dell’apporto di collaboratori di giustizia, ha disvelato l’operatività del clan mafioso denominato Bottaro-Attanasio, storicamente attivo nel capoluogo aretuseo, in grado di controllare una rilevante parte del traffico di stupefacenti nelle varie zone della città.
Le indagini hanno documentato anche lo svolgimento di un vero e proprio “summit”, organizzato da Luigi Cavarra e Gianfranco Urso, (figlio del defunto “boss” Agostino, ritenuto tra i fondatori dell’organizzazione mafiosa, inizialmente denominata Urso-Bottaro) con esponenti di vertice dei principali gruppi di spaccio della città, volto alla definizione di alcune problematiche sorte in merito alla gestione del traffico di stupefacente, da cui sono scaturite anche vere e proprie aggressioni fisiche attuate ai danni dei soggetti che non si attenevano alle disposizioni stabilite dai vertici del citato clan mafioso.
Le tre organizzazioni individuate nel corso delle indagini fanno riferimento rispettivamente a Luigi Cavarra, Gianfranco Urso e Francesco Satornino, per cui è stato riconosciuto il ruolo direttivo nell’ambito dei sodalizi criminali. In relazione all’organizzazione diretta da Cavarra, il Gip ha riconosciuto anche la sussistenza dell’aggravante di aver agito con metodo mafioso ed al fine di agevolare il clan, cui era destinata parte dei proventi illeciti.
Nel corso delle indagini è emerso che lo stupefacente veniva acquistato a Catania, (attraverso appartenenti al “clan Cappello”), nella zona di Adrano e nel palermitano, per poi essere immesso nel mercato locale.
Le attività investigative hanno consentito il sequestro di stupefacenti, di armi, nonché l’arresto di alcuni degli indagati colti in flagranza del reato.
In carcere sono stati condotti Luigi Cavarra, 42 ani, Salvatore Catania, 32 anni, Agostino Urso, 21 anni, Gianfranco Bottaro, 22 anni, Daniele Romeo, 28 anni, Francesco Satornino, 63 anni, Lorenzo Vasile, 54 anni, Francesco Cannata, 34 anni, Francesco Calì, 54 anni, Andrea Abdoush, 38 anni, Emanuele Scattamagna, 30 anni, Gaetano Urso, 39 anni e Luigi Urso, 37 anni.

Luigi Cavarra
Luigi Urso
Emanuele Scattamagna
Andrea Abdoush
Gaetano Urso
Francesco Calì
Francesco Satornino
Gianfranco Bottaro
Lorenzo Vasile
Salvatore Catania
Daniele Romeo
Agostino Urso
Francesco Cannata
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