“Sul caso di Pino Maniaci indubbiamente la magistratura fara’ i suoi accertamenti, ma e’ chiaro che il problema e’ soprattutto morale”.
Lo ha detto la presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi durante un convegno a Messina organizzato dall’ordine degli avvocati per ricordare il penalista Nino D’Uva ucciso dalla mafia nel 1986. “Usare l’antimafia per fini diversi dall’unico possibile che e’ combattere la mafia – ha osservato la presidente Bindi – e’ una testimonianza negativa e come tale rischia anche di indebolire le tante energie che invece sono fondamentali per la lotta alla mafia, soprattutto da parte dei giovani. Aspettiamo che la magistratura faccia gli accertamenti che deve fare”.
Il giornalista di Telejato accusato di estorsione e’ sentito dai magistrati che lo hanno indagato nella Procura di Palermo. “E’ evidente che se dovessero confermare i fatti che emergono anche da intercettazioni e quant’altro di cui disponiamo – ha sottolineato la presidente dell’Antimafia – e’ una pagina desolante e soprattutto deludente di quanti hanno considerato Maniaci come altri dei simboli della lotta alla mafia. Queste cose fanno molto male”.
“Una volta accertati i fatti – ha concluso Rosy Bindi – spero ci sia massimo rigore non soltanto della magistratura, ma anche di chi ha avuto rapporti o a relazioni con chi commette errori cosi’ grandi”.