Lasciare a Conte e al Movimento5Stelle la “piazza per la pace” sarebbe un altro segnale della totale involuzione neoliberale (e guerrafondaia) del Pd. Dell’abbandono del campo progressista verso lidi che le interminabili discussioni postelettorali in corso non aiutano ancora a chiarire. Persino Biden e il mondo a stelle e strisce che la guerra hanno voluto, in Europa e come sempre lontana dal territorio americano, parla in queste ore di rischio armageddon nucleare. Ma il Pd sembra non farci caso. Ed è in questa sua indifferenza in buona compagnia nell’Ue: dove tutti guardano, più che alla luna, al dito che la indica. Cioè più ai problemi del gas e del petrolio, al cosiddetto price cap, che al rischio – sempre più vicino – di una guerra nucleare.
La pace è stata sempre nel patrimonio della sinistra italiana. Cosa vuol fare oggi il Pd: lasciare al M5S anche la rappresentanza sociale di questo tema dopo avergli lasciata quella dei diritti e dei bisogni dei più deboli? Sarebbe questa la politica di un partito progressista?
Da qui al congresso molte sono le cose da ridiscutere e molti gli obiettivi da rivedere. Non ultimo il modo di stare in Europa e nell’Alleanza atlantica. Europeisti sempre e a tutti i costo, anche quando ogni paese dell’Unione va per conto proprio come adesso? Atlantisti sottomessi anche quando la Nato sbaglia e da alleanza di difesa si trasforma in alleanza imperialista i cui obiettivi strategici non coincidono con quelli del nostro paese?
Una volta nelle sezioni si discuteva più di politica estera che di politica interna. Si avevano chiare le coordinate del mondo. Un mondo bipolare certamente più facile da interpretare. Ora il tema della sinistra dovrebbe essere quello di capirne la grande complessità. Complessità di un mondo che la globalizzazione dei mercati, il dominio del dollaro e delle industrie belliche americane hanno reso unipolare. La domanda è: hanno pure gli altri paesi, e si tratta di grandi paesi con una popolazione di gran lunga superiore a quella dell’Occidente, il diritto di chiedere un nuovo riassetto del globo su un piano multipolare?
La sinistra purtroppo, o meglio l’attuale centrosinistra non ha sviluppato un pensiero critico tale da poter rispondere a questa domanda. Ha pensato in Italia più al governo che a una rielaborazione critica dei grandi temi. E neppure il limite estremo della guerra in Ucraina e della sua paurosa escalation sembra averla svegliata. Lasci il liberismo alla destra e torni alla sua origine autenticamente socialdemocratica. Non è cambiare nome al Pd il problema. Ma ricominciare dall’antico troppo presto e ingiustamente archiviato.
Di quell’antico faceva parte lo scendere in piazza per la pace. A meno che il Pd non abbia ormai intrinsecamente deciso di essere altro. In quel caso Conte il M5S avrebbero ancora più ragione di dire di esser loro i veri progressisti.