I giudici della prima sezione penale del Tribunale di Agrigento hanno condannato Giuseppe Favarò (3 anni di reclusione), il figlio Antonino (3 anni e 2 mesi di reclusione) e Vincenzo Scaccia ( 2 anni e 8 mesi). I primi due sono originari di Campobello di Licata mentre Scaccia è di Canicattì.
Le contestazioni iniziali nei loro confronti erano quelle di estorsione, lesioni, danneggiamento e porto illegale di bastone. Riqualificato il primo reato in violenza privata. I giudici hanno anche stabilito una provvisionale di mille euro nei confronti delle persone offese.
La vicenda, che risale al 2012, è legata ad una spedizione punitiva che i tre avrebbero effettuato nei confronti di altrettanti pastori di Ravanusa “colpevoli” di aver pascolato le pecore in un terreno rivendicato dagli odierni imputati. Due le aggressioni contestate con bastoni e pietre.
L’accusa aveva chiesto pesanti condanne: 7 anni per Giuseppe Favarò; 7 anni e 1 mese nei confronti del figlio mentre 6 anni e 4 mesi nei confronti di Scaccia. Il processo si è celebrato avanti la prima sezione penale del Tribunale di Agrigento presieduta da Alfonso Malato con a latere i giudici Katia La Barbera e Giuseppa Zampino.
Gli imputati sono difesi dagli avvocati Angela Porcello e Giovanni Salvaggio mentre le persone offese sono rappresentate dall’avvocato Salvatore Loggia.