C’è molta mafia agrigentina, canicattinese, in particolare, nella maxi operazione antimafia “Druso” e “Extra fines” dell’altro ieri che ha mobilitato le procure di mezza Italia, la Direzione nazionale antimafia e persino l’antiterrorismo ed ha portato in carcere una quarantina di persone tutte legate a doppia mandata con i mafiosi del clan Rinzivillo di Gela.
E tra le pagine delle due ordinanze, quella romana e quella di Caltanissetta emergono con assoluta chiarezza le figure di Angelo Migliore, 62 anni e del figlio Calogero, 26 anni e meno chiara quella di Vincenzo La Torre, titolare di catering ed esercizi commerciali legati alla ristorazione, nipote di Angelo e Massimiliano Migliore, le figure principali del clan oggi stabilmente residenti in Germania.
Il gruppo Migliore, protagonista negli anni 90 della cruenta guerra di mafia tra stiddari e Cosa nostra che provocò centinaia di morti ammazzati da tempo aveva abbassato i riflettori trasferendosi in Germania creando un impero economico.
Grandangolo, insieme ai giornalisti Maik Meuser Giulio Rubino, Cecilia Anesi, David Schraven, condusse una serrata inchiesta giornalistica che venne mandata in onda dalla Tv tedesca Rtl il 20 luglio 2016, disegnando uno spaccato criminale che oggi trova piena conferma nell’inchiesta sfociata nella retata di qualche giorno fa.
Snodo cruciale del traffico di droga, cocaina in particolare, sull’asse Sicilia – Germania (e non solo) il clan Migliore con Angelo ed il figlio Calogero ben individuati e sul cui conto la Procura di Roma ha chiesto la cattura.
Le competenze dell’autorità giudiziaria italiana e quelle dell’autorità tedesca hanno rallentato l’esecuzione dei provvedimenti ma a breve si saprà che fine faranno i due esponenti della famiglia canicattinese.
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