Diciassette misure cautelari e oltre quaranta indagati.
La Squadra Mobile, guidata dal vicequestore aggiunto Giovanni Minardi, ha eseguito una maxi operazione antidroga – denominata “Fish&drug” – tra Agrigento e Porto Empedocle.
I principali indagati risultano gli appartenenti delle famiglie Volpe-Fiore di Porto Empedocle e numerosi altri soggetti che hanno avuto contatti con costoro. Gli investigatori, dopo laboriose e certosine indagini partite dall’arresto di un empedoclino che deteneva oltre 4 chili di hashish sono riusciti a risalire ed individuare chi quella droga l’aveva fatta arrivare a Porto Empedocle. Così, anche grazie all’aiuto di un confidente, i poliziotti hanno saputo di un veliero battente battente bandiera spagnola – Gael – che nel bel mezzo della traversata, al largo di Lampedusa, è rimasto in panne a cause di un’avaria. Il veliero, difficile da tracciare e intercettare, secondo quanto scoperto, trasportava 4 tonnellate di droga che sono stati buttati in mare per evitare che fossero rinvenuti a bordo.
Poco dopo è partita la segnalazione Sos che ha fatto arrivare gli uomini della Capitaneria. A bordo del veliero due cittadini colombiani ed uno spagnolo.
Al momento nessun collegamento certo risulta tra l’operazione nodierna e un’altra intricata vicenda legata al naufragio di un altro veliero che ha lasciato in mare tonnellate di droga e mezza dozzina di cadaveri.
Nel dettaglio: tre indagati sono finiti in carcere, ossia Gaetano Volpe di Porto Empedocle, Salvatore Papia di Favara e Alfonso Indelicato di Porto Empedocle), 6 ai domiciliari Gerlando Fiore residente a Porto Empedocle, Gianluigi Fiore, residente a Realmonte; Salvatore Incardona di Palma di Montechiaro; Giovanni Terrana, di Porto Empedocle; Riccardo Volpe, residente a Realmonte; Stefano Sacco, di Porto Empedocle; Mohamed El Emary Ahmed Saad, egiziano; e Antonio Costa, 49 anni di Canicattì.
Obbligo di dimora per Giovanni Pirrera di Favara; Claudio Meli di Agrigento; Vincenzo Fallea di Agrigento; Carmelo Colombo residente a Porto Empedocle; Calogero Colombo, residente a Porto Empedocle.
Per tutti gli altri sono stati disposti – dal Gip del tribunale di Agrigento su richiesta della Procura – misure minori come obbligo di dimora e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
L’operazione “Fish & drug” ha avuto come epicentro Porto Empedocle ma alcune misure sono state eseguite anche a Favara, Palma di Montechiaro ed Agrigento.
Michele Lo Negro di Porto Empedocle, Gaetano Volpe di Realmonte, Ahmed Saad Mohamed El Emary di Porto Empedocle, Curcio Michele di Naro, Gerlando Fiore di Porto Empedocle, Salvatore Incardona di Palma di Montechiaro, Giovanni terrana di Porto Empedocle, Alfonso Indelicato di Agrigento, Riccardo Volpe di Porto Empedocle, Giovanni Pirrera di Favara, Camillo Attardo di Favara, Giuseppina Diana di Porto Empedocle, Luigi Fiore di Realmonte, Angela Volpe di Realmonte, Stefano Sacco di Porto Empedocle, Gerlando Fiore di Porto Empedocle, Vincenzo Bellomo di Porto Empedocle, Giacomino Gazzitano di Porto Empedocle, Lorenzo Gazzitano di Agrigento, Francesco Salemi di Porto Empedocle, Calogero Salemi di Porto Empedocle, Fabirama Thior di Porto Empedocle, Rosa Puccio di Porto Empedocle, Giovanna Gazziatano di Porto Empedocle, Simona Annunziata Fragapane di Agrigento, Stefano Fragapane di Agrigento, Roberto Fragapane di Agrigento, Carmelo Fragapane di Agrigento, Rosaria Riverso di Agrigento, Salvatore Mantione di Canicattì, Salvatore Carlino di Canicattì, Andrea Terrana di Porto Empedocle, Salvatore Volpe di Agrigento, Antonio Costa di Canicattì, Claudio Meli di Agrigento, Antonio Garlisi di Canicattì, Christian terrana di Raffadali, Salvatore Papia di Favara, Carmelo Colombo di Porto Empedocle, Calogero Colombo di Porto Empedocle.
La vicenda giudiziaria, ricostruita dalla Squadra Mobile di Agrigento e dal Commissariato di Porto Empedocle, risale al maggio 2019 e prende spunto dall’arresto di un soggetto empedoclino che venne arrestato dal personale del Commissariato di Porto Empedocle, con circa cinque chilogrammi di hashish.
L’indagine, in seguito, veniva estesa dalla Squadra Mobile di Agrigento, anche in collaborazione con la Guardia Costiera di Porto Empedocle, ed ha permesso il sequestro di 143 kg di hashish e il deferimento di oltre 41 soggetti alla Procura agrigentina. Durante le investigazioni, grazie ai mezzi navali in dotazione della Guardia Costiera, sono stati controllati anche nottetempo, alcuni pescherecci che transitavano nel canale di Sicilia e con l’ausilio dei sommozzatori sono stati recuperati altri 12 chili di hashish nella zona antistante il porto di Porto Empedocle.
I dettagli dell’operazione sono stati resi noti in una conferenza stampa dal procuratore facente funzioni Salvatore Vella, in presenza di Giovanni Minardi capo della Squadra Mobile di Agrigento, Antonio Ventriglia comandante Capitaneria di porto di Porto Empedocle e Ferdinando Cavallaro vice dirigente commissariato di Porto Empedocle.
“Non solo intercettazioni ma è stata un’operazione articolata sul campo, sia via terra che in mare, che ha consentito non solo il sequestro di droga ma di accertare delle condotte illecite che nascevano in mare con il ripescaggio della droga e poi smerciate nel mercato siciliano dell’hashish in particolare da Porto Empedocle si diramano a Favara, Palma di Montechiaro, Realmonte e poi da li continuavano il loro percorso”, dice il procuratore Vella. “Abbiamo individuato un canale di trasporto di ingenti quantità di hashish nel canale di Sicilia tramite l’utilizzo di un veliero che partiva dalla Spagna, trasportava 4 tonnellate di hashish, nel momento in cui andava in avaria mollava il carico perfettamente confezionato e poi la droga veniva recuperata dai pescatori di Porto Empedocle”.
“L’attività inizia dall’attività del Commissariato di Porto Empedocle che ha arrestato un soggetto con oltre 4 kg di hashish e da qui l’attività è stata ampliata attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali. In questi mesi è stato essenziale l’aiuto della Guardia Costiera che è riuscita a individuare il gruppo di soggetti e a posizionare delle microspie nei punti in cui era stata precedentemente nascosta la droga. Un quadro probatorio con filoni differenti che ha portato all’operazione odierna” ha dichiarato in conferenza Giovanni Minardi, capo della Squadra Mobile di Agrigento