Il sostituto procuratore Gaspare Bentivegna ha avanzato la richiesta di condanna nei confronti di tre dei cinque imputati coinvolti nell’inchiesta scaturita dalla morte di Giuseppe Gioacchino Bordonaro, 52 anni, operaio deceduto nel 2014 in un incidente sul lavoro in un cantiere a Canicattì. Il pubblico ministero ha chiesto 4 anni e 6 mesi di reclusione per Antonio Ferraro, 63 anni, Roberto Lauricella Donisi, 55 anni, Giovanni Garlisi, 44 anni. L’accusa è omicidio colposo. Per altri due imputati – Maria Grazia Cuva, 60 anni, e Gioacchino Caracciolo, 48 anni – è stata proposta l’assoluzione. La prima era accusata di omicidio colposo mentre il secondo, collega della vittima, era accusato di favoreggiamento per aver mentito sulla presenza di Bordonaro in cantiere.
La vicenda risale al giugno 2014. L’operaio, che peraltro è risultato anche non in regola, volò dal tetto del cantiere cadendo a terra. Quasi un mese più tardi, il 16 luglio, morì all’ospedale di Messina. Al titolare dell’impresa veniva contestata anche la simulazione di reato poiché, secondo l’accusa, avrebbe nascosto ai medici la circostanza dell’incidente sul lavoro dichiarando invece che l’operaio era stato investito da un furgone. Si torna in aula il 26 giugno, davanti il giudice Michele Dubini, per l’inizio delle arringhe delle difese rappresentate dagli avvocati Giovanni Salvaggio, Daniela Posante, Giuseppe Giardina, Dino Milazzo.