Lascia gli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto e viene sottoposto alla misura cautelare meno afflittiva dell’obbligo di dimora nel comune di Cattolica Eraclea. Torna in libertà Gaetano Sciortino, operaio originario di Cattolica, accusato dell’efferato omicidio del marmista del paese Giuseppe Miceli, un brutale delitto che nel 2015 sconvolse la piccola comunità agrigentina.
E’ quanto deciso dalla Corte d’Assise di Agrigento, presieduta dal giudice Wilma Angela Mazzara, che ha accolto l’istanza avanzata giovedì scorso dagli avvocati Santo Lucia e Giovanna Morello. Sciortino è accusato dell’omicidio del marmista di Cattolica Eraclea, Giuseppe Miceli, ucciso la mattina del 7 dicembre 2015 all’interno del suo laboratorio in via Crispi. Un vero e proprio massacro quello avvenuto in via Crispi dove, secondo la ricostruzione degli inquirenti, il marmista sarebbe stato ucciso con diversi oggetti contundenti quali un booster, della batterie di trapano e altro ancora.
Sciortino fu arrestato dai carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento nel novembre 2017 al termine di un’attività di indagine durata quasi due anni. I militari dell’Arma arrivarono all’operaio in seguito al rinvenimento di alcune punte da trapano con numero seriale riconducibili alla vittima e una scarpa. Inoltre alcuni filmati lo ripresero – è questa l’accusa sostenuta in aula dal pm Gloria Andreoli – a pedinare la vittima designata. Per questo motivo Sciortino fu arrestato nel novembre 2017 e da quel momento sottoposto a misura cautelare in carcere.
Nel maggio scorso la Corte decise di sostituire la misura, ritenendo affievolite le esigenze cautelari, con quella più lieve degli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto. Da oggi Sciortino, che rimane sotto processo per omicidio volontario davanti la Corte d’Assise di Agrigento, è libero seppur con l’obbligo di dimora nel paese dell’agrigentino.