Niente misura di prevenzione per Marco Campione; i giudici “riabilitano” l’imprenditore

Rigetto totale sia della misura patrimoniale che di quella personale.

Ha deciso così, in due distinte fasi (l’ultima appena l’altro ieri), il Tribunale di Agrigento – Seconda sezione misure di prevenzione (presidente Luisa Turco, a latere Ermelinda Marfia e Rosanna Croce) – che ha preso in esame la richiesta della Direzione investigativa antimafia e fatta propria dalla Dda di Palermo, di sequestro beni e applicazione della sorveglianza speciale a carico del patron di Girgenti acque (società che si occupa di distribuzione idrica e depurazione in 27 comuni della provincia di Agrigento, e di altre numerose società, Marco Campione.

Dunque, per i giudici della Seconda sezione misure di prevenzione non ci sono elementi per agganciare le attività imprenditoriali e le fortune economiche con attività criminali legate a Cosa nostra così come nessun elemento risulta congruo per attestare la pericolosità sociale del noto imprenditore agrigentino.

La Dda – che si riserva se appellare o meno il provvedimento –  oltre al sequestro dei beni chiedeva la sorveglianza speciale per tre anni, sottoscrivendo un rapporto giudiziario che metteva in evidenza le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, primo fra tutti Maurizio Di Gati in alcune circostanze ritenuto non credibile.

Marco Campione è stato difeso dall’avvocato Lillo Fiorello.