Sviluppi nel processo scaturito dall’inchiesta antimafia denominata “Vultur” che vede coinvolti cinque imputati, Rosario Meli, 68 anni, di Camastra, detto “u puparu” e considerato dagli inquirenti il capomafia del paesino agrigentino, il figlio Vincenzo Meli, 46 anni, Calogero Piombo, 65 anni, anch’egli di Camastra, e Calogero Di Caro, 70 anni, considerato il boss di Canicattì e Angelo Prato, 38 anni, di Canicattì. Le accuse, a vario titolo, vanno dall’asociazione mafiosa, alla detenzione di armi comuni da sparo e da guerra, all’incendio, all’estorsione. Ieri si è tenuta una udienza nell’aula bunker del del carcere di Agrigento dove è stato sentito un imprenditore del settore delle pompe funebri che sarebbe stato vittima di una estorsione da parte di Rosario Meli. Il colpo di scena, però, è stata la ricusazione delle difese degli imputati del collegio giudicante. Ora la palla passa alla Corte di Appello di Palermo che dovrà esprimersi in merito alla ricusazione dei giudici.