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L’inchiesta sul clan di Villaseta, terminati gli interrogatori: indagati fanno scena muta

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere anche gli ultimi indagati raggiunti nelle scorse settimane dalla misura cautelare nell’ambito della maxi operazione sulle cosche mafiose di Villaseta e Porto Empedocle e su un vasto traffico di stupefacenti anche fuori i confini della provincia di Agrigento. Nove indagati, tra ieri e stamattina, sono comparsi davanti il gip Antonella Consiglio scegliendo la via del silenzio. Con quelli di oggi, dunque, si è concluso il ciclo di interrogatori e adesso la palla passa al Riesame a cui gli indagati si sono rivolti chiedendo di annullare o modificare la misura cautelare.

In nove, come detto, davanti il giudice: si tratta di Samuel Pio Donzì, 26 anni, di Agrigento; Stefano Fragapane, 29 anni, di Agrigento; Valery Di Giorgio, 29 anni, di Agrigento; Calogero Morgana, 39 anni, di Agrigento; Alfonso Brucoleri, 59 anni, di Porto Empedocle; Calogero Bellaccomo, 39 anni, di Agrigento; Giuseppe Aliseo, 26 anni, di Canicattì; Alessandro La Cola, 40 anni, di Canicattì; Antonio Salinitro, 25 anni, di Gela. Fragapane e Di Giorgio sono accusati, in concorso, di danneggiamento aggravato dall’aver agevolato Cosa nostra. In particolare i due indagati, secondo quanto sostiene l’accusa, lo scorso ottobre avrebbero incendiato un’auto e uno scooter su ordine del boss di Villaseta, Pietro Capraro. Donzì è accusato di una estorsione in concorso ai danni di un noto bar di Porto Empedocle. Aliseo è accusato di detenzione di droga e, in particolare, l’aver svolto il ruolo di corriere nella consegna di una partita di cocaina per conto del clan di Villaseta in favore di un gruppo di canicattinesi. Nei confronti di La Cola viene mossa l’accusa di aver acquistato una partita di cocaina. La stessa accusa è mossa anche a Bellaccomo, Bruccoleri e Morgana.