Giudiziaria

L’inchiesta sui clan di Villaseta e Porto Empedocle, cade aggravante mafiosa per Burgio 

Burgio in questa vicenda è accusato di usato cellulari in carcere per impartire direttive a soggetti all'esterno

Pubblicato 3 ore fa

Il tribunale del Riesame di Palermo, in parziale accoglimento dell’istanza avanzata dagli avvocati Giuseppe Barba e Salvatore Pennica, ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare – limitatamente all’aggravante mafiosa – nei confronti di James Burgio, 32 anni, di Porto Empedocle. Burgio, detenuto ormai da diversi anni per altre vicende giudiziarie, è stato raggiunto da una nuova misura nell’ambito dell’operazione dei carabinieri sulle cosche mafiose di Villaseta e Porto Empedocle.

Il 32enne, in questa vicenda, è accusato di accesso indebito di dispositivi per la comunicazione da parte di un detenuto. Nello specifico Burgio, nonostante fosse ristretto in carcere,  sarebbe entrato in possesso di cellulari per comunicare con soggetti all’esterno e impartire loro direttive e, in un caso, suggerire anche la gambizzazione di un esponente del clan rivale.

Il tribunale della Libertà, presieduto dal giudice Antonia Pappalardo, ha annullato l’aggravante mafiosa e per questo ha sostituito la custodia in carcere con quella dei domiciliari. Un provvedimento che, nei fatti, non cambierà lo stato detentivo di Burgio che rimane in carcere per scontare condanne riportate in precedenza per altri fatti. 

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