La Stidda di Palma e le estorsioni ai camionisti: “Un centesimo al chilo”
Diverse “messe a posto” ai danni dei camionisti per raccogliere somme di denaro da destinare agli stiddari detenuti
Tra le figure di spicco dell’operazione Condor emerge indubbiamente anche quella di Giuseppe Chiazza, stiddaro originario di Palma di Montechiaro, arrestato ieri mattina insieme ad altre otto persone dai carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento.
Chiazza, fratello di Tonino (arrestato nell’operazione Xidy), è ritenuto uno degli elementi di punta della riorganizzata Stidda ma in buoni rapporti con il capo della famiglia di cosa nostra Nicola Ribisi. Proprio quest’ultimo, secondo quanto emerso dalle indagini, gli avrebbe affidato il controllo dell’impianto per la pesa dell’uva (formalmente nella disponibilità di un imprenditore) nel comune di Camastra.
Ed è proprio in questo stabilimento che Chiazza avrebbe realizzato diverse “messe a posto” ai danni dei camionisti per raccogliere somme di denaro da destinare agli stiddari detenuti. Una intercettazione svela l’importo: “Si sta prendendo un centesimo al chilo.. un centesimo al chilo..” Ribisi aveva dato il benestare per la gestione criminale dell’impianto ma non lo aveva autorizzato ad estorcere denaro ai camionisti.
Il boss, non appena viene a sapere della circostanza, commenta intercettato così il 7 settembre 2020: “Con me non ha niente che fare.. fa munnizza.. perché non era questo quello che doveva fare lui.. lui doveva fare un altro lavoro e invece sta facendo munnizza… fai conto che lo arrestano”.