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La mafia dei pascoli nel Belice, 46enne torna in carcere

Torna in carcere il quarantaseienne Pietro Guzzardo, di Santa Margherita Belice, tra i coinvolti nell’inchiesta su mafia ed estorsioni nella valle del Belice scattata la scorsa estate. Lo ha disposto il tribunale del Riesame, chiamato per la seconda volta a pronunciarsi dopo che la Cassazione aveva accolto il ricorso della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. Resta in libertà, invece, Giovanni Campo, 33 anni, figlio dello storico boss Pietro. Il Riesame, per quanto riguarda la sua posizione, ha confermato l’annullamento già disposto in precedenza.

L’operazione, eseguita dalla Squadra mobile, scattò nel luglio 2024. Le indagini ipotizzano il pervasivo controllo e la gestione illecita delle attivita’ agro-pastorali sul territorio girgentano di Santa Margherita del Belice, Montevago e Sambuca di Sicilia fino al confine con Contessa Entellina.

Gli indagati, secondo l’attività investigativa, avvalendosi della indiscussa forza intimidatoria derivante dall’essere riconosciuti quali esponenti di vertice del mandamento mafioso di Santa Margherita di Belice, avrebbero attuato un incisivo controllo sull’economica agro-pastorale dell’area nonche’ sul connesso utilizzo dei fondi agricoli dell’entroterra belicino. In particolare, sono stati registrati diversi episodi in cui gli indagati, avvalendosi del metodo mafioso, avrebbero costretto i proprietari ed i gestori dei terreni agricoli a cedere la disponibilita’ di ampie aree di terreno da adibire al pascolo abusivo del bestiame, imponendo il pagamento di canoni irrisori che, in taluni casi, non sarebbero stati nemmeno corrisposti.