Kerkent, mafia e droga ad Agrigento: 14 condanne definitive
La Cassazione annulla le assoluzioni del boss e di un imprenditore, disponendo un nuovo processo, per una presunta violenza sessuale con sequestro di persona
Quattordici condanne diventano definitive. Le assoluzioni del boss Antonio Massimino (condannato a 20 anni di reclusione) e dell’imprenditore Salvatore Ganci, relative ad una ipotesi di sequestro di persona con presunta violenza sessuale, sono state invece annullate e ci sarà un nuovo processo. Così come è stata annullata la condanna a Luca Siracusa, a cui erano stati inflitti 8 anni di reclusione, che affronterà un nuovo giudizio. Lo ha disposto la Corte di Cassazione nell’ambito del processo scaturito dalla maxi inchiesta Kerkent, l’operazione che fece luce sulla scalata al vertice della famiglia mafiosa di Agrigento del boss Antonio Massimino e su un vasto traffico di sostanze stupefacenti.
Ecco nel dettaglio le condanne che sono diventate definitive: Andrea Puntorno, (4 anni); Antonio Messina (9 anni e 4 mesi); Sergio Cusumano (8 anni e 4 mesi); Giuseppe Tornabene (8 anni e 4 mesi); Giuseppe Messina (12 anni, 10 mesi e 20 giorni); Fabio Contino (8 anni); Calogero Rizzo (4 anni); Alessio Di Nolfo (11 anni e 4 mesi); Eugenio Gibilaro (7 anni e 4 mesi); Marco Davide Clemente (9 anni e 2 mesi); Francesco Vetrano (16 anni e 1 mese); Domenico Mandaradoni (4 anni); Liborio Militello (8 anni); Gregorio Niglia (4 anni).
Il boss Antonio Massimino e l’imprenditore Ganci, assolti in Appello dall’accusa di violenza sessuale e sequestro di persona per una vicenda legata ad un recupero crediti, dovranno affrontare un nuovo processo, limitatamente a questa contestazione, davanti ad altra sezione della Corte di Appello di Palermo. Annullata pure la condanna nei confronti di Luca Siracusa, a cui erano stati inflitti 8 anni di reclusione. Anche lui dovrà affrontare un nuovo giudizio.
Il blitz Kerkent scatta all’alba del 4 marzo 2019 quando gli agenti della Direzione Investigativa Antimafia di Agrigento arrestarono 32 persone al termine di un’attività di indagine cominciata all’indomani della scarcerazione del boss Antonio Massimino, figura principale dell’inchiesta, che avrebbe riorganizzato la famiglia mafiosa di Agrigento e creato contemporaneamente una “holding” dello spaccio facente a lui capo.
Nel collegio difensivo, tra gli altri, gli avvocati Giovanni Castronovo, Salvatore Pennica, Annalisa Russello, Alfonso Neri, Daniele Re, Monica Malogioglio, Marco Aloisio, Salvatore Butera, Enrico Quattrocchi, Riccardo Bellotta, Giuseppe Bagnato, Francesco Muzzozzappa, Gisella Spataro, Giuseppina Ganci e Salvatore Mondello.