Al via questa mattina la prima udienza del processo a carico di Francesco Russo, il commerciante agrigentino che la notte del 25 agosto scorso sparò all’addome di un ventitreenne al culmine di una lite avvenuta nel centro di Joppolo Giancaxio. L’imputato, difeso dall’avvocato Santo Lucia, è stato ammesso al rito abbreviato. Il procedimento è in corso davanti il giudice per l’udienza preliminare Micaela Raimondo. Russo è accusato di tentato omicidio, ricettazione, detenzione e porto in luogo pubblico di un’arma clandestina. La vittima del tentato omicidio si è costituita parte civile tramite l’avvocato Gianluca Sprio.
La difesa ha prodotto questa mattina un certificato che attesterebbe un deficit visivo dell’imputato e ha chiesto anche di poter depositare una consulenza medico-legale e una perizia balistica sull’arma utilizzata. Su queste ultime due richieste il giudice si è riservato e deciderà il prossimo 4 gennaio. I fatti risalgono al 25 agosto scorso quando – durante una lite – il commerciante esplose un colpo di pistola calibro 44 all’indirizzo di T.A., 23 anni. La vittima, colpita sotto la clavicola, subì una grave lesione al midollo spinale e anche ad un polmone.
All’origine della zuffa, ricostruita anche grazie alla testimonianza dello stesso gruppo di amici, ci sarebbe stata la sottrazione-danneggiamento di un telefono di un cugino disabile di Russo. Quest’ultimo, dopo essersi armato, ha sparato al rivale per poi allontanarsi e trovare rifugio in una casa di campagna. L’arma, con matricola abrasa, è stata gettata in un campo. È stato lo stesso Russo, fermato dai carabinieri in auto lungo la strada provinciale 18, a far rinvenire la pistola e i vestiti indossati quella notte. Il commerciante, che attualmente si trova agli arresti domiciliari, ha sempre negato di voler uccidere il ventitreenne. Nell’interrogatorio di garanzia dichiarò di aver sparato soltanto uno dei due colpi in canna e soltanto dopo esser stato colpito alla testa e aver perso gli occhiali da vista.