Era il 25 febbraio 2011 quando un’ordinanza dell’allora sindaco, Marco Zambuto, constatando l’evoluzione del quadro fessurativo presente sulla navata nord della Cattedrale, la interdì al pubblico e al culto. Una marea di convegni, manifestazioni, lettere aperte, interpellanze, tavoli tecnici ma nulla è cambiato. Intanto il destino (e le condizioni) del Duomo non sono migliorate, anzi.
La Cattedrale di Agrigento sta vivendo un lungo calvario. Sono stati fatti tanti tavoli tecnici, innumerevoli interlocuzioni scritte e verbali e rassicurazioni, ma adesso le strutture regionali sembrano rimettere in discussione, ancora una volta, la soluzione che consentirebbe l’avvio dell’iter per intervenire sul colle di Girgenti. Nel frattempo, dopo lo arriva lo sfogo dell’Arcidiocesi di Agrigento, con a capo il Cardinale Francesco Montenegro, che con propri fondi e con risorse recuperate precedentemente dalla partecipazione, insieme al Comune di Agrigento, ad un bando dell’Assessorato regionale alle Infrastrutture, sta permettendo il proseguo dell’iter per l’apporto della messa in sicurezza della Cattedrale e di una parte del territorio della città prossimo, per salvare l’identità della comunità cristiana agrigentina, oggi ha fortemente voluto incontrare la stampa, per farci vedere con i nostri occhi, come è ridotta la Cattedrale al suo interno: ponteggi alti, pavimentazione divelta, crepe da ogni parte, praticamente se non si interviene subito potrebbe crollare tutto. Presente all’incontro anche il Sindaco di Agrigento, Calogero Firetto.
Il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, è intervenuto di recente dichiarando: “Lungo il costone della Cattedrale scivola pian piano il simbolo di Girgenti, scivolano gli atti ufficiali e i vani rimpalli di competenze, scivolano le responsabilità regionali e le promesse, scivola lentamente e inesorabilmente anche il tempo, assieme a quel briciolo di dignità rimasta appiccicata alle foto-notizie, ai proclami delle conferenze stampa, alle dichiarazioni e alle “certezze”. Rivolgo lo sguardo a quel timer che segna il tempo perduto: sei anni e sette mesi. Un tempo lunghissimo. Si affollano i ricordi dei soliti discorsi, dei perenni tavoli ipocriti in cui nessuno ha a cuore il monumento e il suo valore, né l’incolumità delle persone, né il patrimonio enorme che il Colle conserva. Da un lato, c’è la gara per la messa in sicurezza del Bene della Cattedrale, che presto andrà a buon fine; dall’altro, c’è un piano instabile senza progetto su cui capolavori d’arte e perfette architetture rischiano di infrangersi come preziosi cristalli. Un recupero che può essere inutile, se non sinergico al consolidamento. Ad oggi raccolgo gli effetti degli ennesimi dialoghi sterili dinanzi al progressivo e inarrestabile deteriorarsi dei luoghi. Andiamo incontro all’inverno e alla stagione delle piogge. Un altro inverno col fiato sospeso. Le parole inutili offendono la città più del silenzio. Più che un richiamo alle responsabilità, serve scuotere le coscienze. Soluzioni subito. Non c’è più molto tempo”
A rincarare la dose anche il cardinale Montenegro: “«Mentre oggi (25 ottobre 2017) inauguriamo la riapertura della chiesa S.Caterina chiusa da quarant’anni a causa degli effetti del dissesto idrogeologico degli anni ’60 con profondo rammarico ci troviamo, ancora una volta, a dover “denunciare” l’operato della Regione Siciliana che, con atti formali, ha posto un punto di sospensione nell’iter per la messa in sicurezza del colle San Gerlando. Lo sforzo dell’Arcidiocesi di Agrigento, con propri fondi e e con risorse recuperate precedentemente dalla partecipazione, insieme al Comune di Agrigento, ad un bando dell’Assessorato regionale alle Infrastrutture, sta permettendo il proseguo dell’iter per l’apporto della messa in sicurezza della Cattedrale e di una parte del territorio della città prossimo per salvare il segno indennitario della comunità cristiana agrigentina: la Cattedrale, bene monumentale di significativa rilevanza ecclesiale, storica e architettonica».