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Fermati tre scafisti a Lampedusa, indagato chiede domiciliari per sposarsi: resta in carcere 

Operazione congiunta di Polizia, Guardia di Finanza e Guardia Costiera contro l’immigrazione clandestina. Le forze dell’ordine hanno eseguito il fermo di indiziato di delitto – emesso dalla procura di Agrigento – nei confronti di tre indagati accusati di essere gli scafisti che hanno permesso lo sbarco a Lampedusa di 24 migranti tunisini di cui quasi la metà minorenni. La vicenda risale allo scorso 2 novembre. I tre indagati, che hanno nominato l’avvocato Giuseppe Zucchetto, adesso si trovano in carcere.

Il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Miceli ha convalidato nelle scorse ore il provvedimento disponendo la custodia al “Petrusa” di Agrigento. Tutti gli indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere sebbene due di loro abbiano rilasciato spontanee dichiarazioni. Tra questi anche un 26enne tunisino, presunto scafista, che ha chiesto al giudice la concessione dei domiciliari a casa della fidanzata nella Marche. Il motivo di tale richiesta, rigettata dal gip, sarebbe l’imminente matrimonio con la donna: “In alcuna maniera può essere presa in esame – scrive il giudice nel provvedimento – ferme restando il pericolo di fuga e le circostanze descritte”. La difesa valuterà eventuali ricorso al Riesame per chiedere annullamento della misura cautelare.

Lo sbarco risale al 2 novembre scorso. Secondo quanto ricostruito, con non poca difficoltà considerando la scarsa collaborazione sia degli indagati che degli stessi migranti, i tre li avrebbero trasportati a bordo di un peschereccio battente bandiera tunisina per poi trasbordarli su un natante in ferro e successivamente allontanarsi, esponendo così le persone al pericolo per la loro vita ed incolumità. L’allarme è scattato grazie all’assetto aereo dell’Agenzia Europea Frontex denominato “Eagle 1” che ha avvistato in acque internazionali il peschereccio tunisino con a bordo dei migranti, con al rimorchio un natante in ferro palesemente vuoto.

Sul posto venivano fatte convergere la motovedetta della Guardia Costiera di Lampedusa, già in attività di pattugliamento nelle acque a Sud dell’isola, e della Guardia di Finanza – Sezione Operativa Navale di Lampedusa. Il progressivo monitoraggio dell’imbarcazione ha evidenziato che, pochi istanti prima dell’arrivo delle motovedette, ed una volta giunta in prossimità delle coste italiane, gli indagati hanno trasbordato i migranti sul barchino in ferro, fino a quel momento rimasto vuoto, per poi darsi alla fuga invertendo la rotta del peschereccio verso le coste tunisine.