La procura di Agrigento ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di 21 persone – tra politici, dirigenti comunali e imprenditori – coinvolte in un’inchiesta che ipotizza l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di più delitti contro la Pubblica amministrazione: concussione, peculato, abuso d’ufficio. Il provvedimento è firmato dal procuratore Giovanni Di Leo e dal sostituto procuratore Giulia Sbocchia. La prima udienza preliminare si celebrerà il prossimo 20 febbraio davanti il giudice Iacopo Mazzullo.
Ecco i 21 imputati: Salvatore Martello, 68 anni, di Lampedusa; Manlio Maraventano, 55 anni, di Lampedusa; Giuseppe Di Malta, 64 anni, di Lampedusa; Salvatore Prestipino, 57 anni, di Pantelleria; Nicola Andrea Policardo, 58 anni, di Pantelleria; Giovanni Martello, 38 anni, di Lampedusa; Antonio Martello, 64 anni, di Lampedusa; Rosa Martello, 33 anni, di Lampedusa; Claudia Castrone, 36 anni, di Lampedusa; Annalisa Lombardo, 49 anni, di Lampedusa; Massimo Campione, 64 anni, di Agrigento; Domenico Cucina, 56 anni, di Lampedusa; Stefano Cucina, 50 anni, di Lampedusa; Rosario Cucina, 45 anni, di Lampedusa; Giovanna Taormina, 55 anni, di Lampedusa; Gianluca Cucina, 43 anni, di Lampedusa; Nicola Cucina, 33 anni, di Lampedusa; Umberto Cucina, 31 anni, di Lampedusa; Pietrino Cucina, 37 anni, di Lampedusa; Salvatore Cucina, 60 anni, di Lampedusa; Rosa Cucina, 30 anni, di Lampedusa. Nel collegio difensivo gli avvocati: Giuseppe Grillo, Massimo Perrotta, Gaetano Caponnetto, Calogero Meli, Maria Caponnetto, Alessandro Patti, Nicolò Grillo, Gaetano Gucciardo, Emanuele Dalli Cardillo, Rosario Didato.
Le posizioni di altre sette persone, per le quali è stata avanzata richiesta di archiviazione, è stata separata: si tratta di Angela Maria Brignone, 59 anni, di Lampedusa (difesa dall’avvocato Maurizio Buggea); Giuseppe Campione, 32 anni, di Agrigento (difeso dall’avvocato Massimo Perrotta); Cristiana Campione, 31 anni, di Agrigento (difesa dall’avvocato Massimo Perrotta); Giuseppe Sanguedolce, 48 anni, di Agrigento (difeso dall’avvocato Maurizio Buggea); Salvatore Pasquale Policardo, 61 anni, di Lampedusa (difeso dall’avvocato Valentina Buongiorno); Stefano Cucina, 50 anni, di Lampedusa; Davide Cucina.
Al vertice della presunta associazione a delinquere, secondo quanto contestato dagli inquirenti, ci sarebbero stati l’ex sindaco di Lampedusa Salvatore Martello, l’ex vicesindaco e assessore Salvatore Prestipino nonché i dirigenti comunali Giuseppe Di Malta e Manlio Maraventano, rispettivamente a capo dell’Ufficio tecnico e del settore lavori pubblici e manutenzione. A tutti viene contestato il ruolo di promotori. Al centro della maxi inchiesta, cristallizzata nel periodo compreso tra il 2019 ed il 2021, c’è (soprattutto) l’appalto per i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria della rete fognaria di Lampedusa. Appalto promosso dal Comune e regolarmente aggiudicato da una ditta di Messina. Almeno sulla carta.
Per la Procura di Agrigento (è questa l’accusa mossa) gli ex amministratori locali di Lampedusa “attraverso condotte di costrizione, plurimi affidamenti illegittimi e appropriazione di somme di denaro pubbliche” avrebbero imposto all’impresa aggiudicataria di accettare le modalità di lavoro indicate subappaltando le opere a ditte di amici e parenti. Particolarmente gravi le minacce subite dal titolare della ditta che si è aggiudicato l’appalto laddove vengono evidenziate dagli inquirenti in questo modo le intimidazioni che sarebbero state promosse dal capo del settore lavori pubblici ai suoi danni: “Noi il contratto glielo facciamo firmare ma le faremo passare le pene dell’inferno. Vuole firmare il contratto? Non si preoccupi, glielo faremo firmare e poi vediamo”. Oppure: “Qui comando io, e si fa come dico io. Io sono l’ufficio tecnico, qua io sono l’ufficio legale e di ogni cosa decido solo io. Io led faccio vedere se lei non mi cambia i contatori, guardi le priorità le stabilisco solo io…”.
Tra le imprese beneficiarie dei lavori in subappalto, riguardanti i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria delle stazioni di sollevamento, vi sono quelle gestite dai familiari dell’ex sindaco Martello: il fratello, due nipoti, la cognata e la moglie di un nipote. Per tale motivo all’ex primo cittadino viene contestato anche il reato di abuso d’ufficio (in concorso) perché “pur versando in una ipotesi di conflitto di interesse” affidava direttamente tramite determine dirigenziali lavori di manutenzione alla ditta del fratello. Tra le accuse mosse agli ex amministratori locali, in qualità di pubblici ufficiali, anche quella di peculato. Per gli inquirenti, infatti, si sarebbero appropriati dei fondi destinati all’impresa che aveva regolarmente ottenuto l’appalto “procedendo al pagamento dei lavori indebitamente subappaltati alle imprese locali”.