“Non passa giorno in cui la gente mi ferma e mi abbraccia, sente il bisogno di sentirmi vicino, eppure sono un ex detenuto, un ex potente, un ex re. E lo fa non solo perché mi vuole bene ma perché non ha più modo per parlare con nessuno. Io, quando ero Presidente, fino alle tre di notte ricevevo sempre gente, c’era sempre qualcuno che voleva parlare con me e non perché mi chiedesse qualcosa”. Così Totò Cuffaro, ex Presidente della Regione siciliana, durante la presentazione del libro ‘Strabuttanissima Sicilia’ di Pietrangelo Buttafuoco. “C’era gente che aspettava anche 12-13 ore solo per abbracciarmi. E mi dicevano: “Vuoi levarmi il piacere di dire a mia moglie di essermi abbracciato con il presidente?”, oggi non c’è più il rapporto con le istituzioni. Mi abbracciano eppure sanno che non posso più dare prebende”.
“Io ero uno che prendeva due milioni di voti, ma sono anche un ex detenuto nell’immaginario collettivo, forse anche un ex delinquente. Vorrei ricordare che quei due milioni di persone che mi votavano erano persone tutte per bene e hanno diritto di continuare il loro impegno in politica, nella variegata appartenenza politica di oggi. Per cui non ci vedo nulla di strano che ci siano tanti candidati, amici miei, da ambo le parti, e non capisco perché continuate a vederci delle cose strane”. Lo ha detto all’Adnkronos Salvatore Cuffaro, commentando la presenza di ex cuffariani sia nelle liste del centrodestra ma anche nel centrosinistra. “Non so perché voi giornalisti continuate a criticare questa cosa – dice ancora Cuffaro – Io non ho mai chiesto a uno che stava a sinistra di andare a destra e viceversa”.