Cultura

Successo per La Traviata al Pirandello: Agrigento si riscopre “sempre libera”

"La Traviata" di Giuseppe Verdi portata in scena da "Sicilia Classica Festival" con la regia di Lorenzo Lenzi e la direzione artistica di Nuccio Anselmo

Pubblicato 7 mesi fa



Testo di Gabriele Terranova-Interviste di Irene MIlisenda

In una serata diversa per Agrigento, il Teatro Pirandello ha accolto il ritorno trionfale dell’opera lirica con “La Traviata” di Giuseppe Verdi portata in scena da “Sicilia Classica Festival”.
Dopo anni di silenzio, le note sempreverdi dell’Opera hanno risuonato tra le mura storiche del teatro, segnando un momento di rinascita culturale per la città di Agrigento.
La “prima” è stata un evento di risonanza internazionale, non solo per l’attesissima esecuzione dell’opera ma anche per l’inaugurazione della buca dell’orchestra. Questo spazio rinnovato, con la sua acustica di tutto rispetto, ha permesso all’orchestra, diretta dal Maestro Francesco Di Mauro, di esprimere pienamente la potenza e la delicatezza della partitura verdiana.

L’eleganza e la puntualità della regia di Lorenzo Lenzi, emozionato nel retropalco fino a quando non si sono abbassate le luci, si sono fuse con la visione artistica di Nuccio Anselmo, creando uno spettacolo che ha saputo onorare la tradizione operistica italiana, pur introducendo elementi di moderna teatralità. Il risultato è stato un’esperienza che ha lasciato il pubblico senza fiato, e a tratti un po’ incerto (poiché disabituato), dimostrando che Agrigento, pur nella sua intimità, non ha nulla da invidiare ai grandi palcoscenici europei.

Agrigento oggi si specchia nelle parole del librettista Piave trovando proprio ne La Traviata un inno alla resilienza e alla passione che da sempre animano i suoi abitanti. La città si conferma crocevia di civiltà e culla di un patrimonio che, come l’Opera, trascende i confini e parla un linguaggio universale.
In questo contesto, il Teatro Pirandello si è dimostrato capace di accogliere non solo eventi culturali, per i quali il Pala Congressi forse sarebbe il posto più ideale, ma anche i simboli di un impegno collettivo verso l’eccellenza musicale italiana.
Una città che con la sua storia e il suo spirito indomito si appresta a diventare non solo un punto di riferimento per la Sicilia, ma un faro di cultura nel Mediterraneo e nel mondo.

“Croce e delizia al cor,
fervido è il nostro anelito:
è la speranza, è il dolor,
che ci fa palpitar”.

Credo che queste parole possano descrivere il cammino di Agrigento verso il 2025, anno in cui la città sarà palcoscenico internazionale, testimone della potenza trasformativa della cultura e della presunzione di voler avere il posto che si merita nel mondo!

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