La Procura di Agrigento ha disposto accertamenti tecnici irripetibili sull’auto, un’Opel Mokka parcheggiata all’interno della concessionaria “Auto X passione” del Villaggio Mosè dove lo scorso 28 febbraio avvenne una sparatoria e in quell’occasione perse la vita Roberto Di Falco, 37 anni, di Palma di Montechiaro, colpito mortalmente all’addome da un proiettile esploso dalla pistola che lui stesso, secondo gli accertamenti sinora svolti, impugnava.
Ad eseguire gli esami tecnici, nel tentativo di ricavare ulteriori elementi utili per il prosieguo delle indagini, la Polizia Scientifica di Palermo in sinergia con i poliziotti di Agrigento, la Squadra Mobile e gli avvocati Giovanni Castronovo e Rosanna Maniscalco. Dai rilievi effettuati sull’auto e all’interno di essa, gli specialisti della Polizia di Stato cercheranno di trovare gli elementi utili per dare certezze avendo come specifico riguardo la dinamica della sparatoria e confermare la ipotesi del possesso dell’arma ad opera della vittima. Un risultato diverso aprirebbe uno scenario investigativo del tutto nuovo con le inevitabili conseguenze del caso.
Intanto restano in carcere i tre indagati Angelo Di Falco, 39 anni, fratello della vittima, Domenico Avanzato, 36 anni, e Calogero Zarbo, 40 anni, accusati di tentato omicidio e porto abusivo di arma da fuoco. Il tribunale della Libertà ha annullato l’ordinanza del gip di Agrigento Giuseppe Miceli limitatamente alla contestazione di omicidio per errore, l’accusa più grave mossa nei loro confronti.