Si è conclusa con un ricordo del grande Eduardo De Filippo la seconda felice stagione di “Teatro da camera”.
Il Circolo culturale Empedocleo di Agrigento ha ospitato “Noi due: questioni di fame” – ispirato a “Il cilindro” di Eduardo De Filippo.
Interpreti, una fenomenale: Maria Fantauzzo insieme ad Angelo Cinque, Giuseppe Gramaglia e Calogero D’Aleo.
Il Trattamento e la regia erano firmate da Mario Gaziano con la collaborazione Artistica di Maria Grazia Castellana, Andrea Cassaro e Alfonso Mossuto. Progetto e direzione artistica di Mario Gaziano e Giuseppe Adamo che come presidente del Circolo Empedocleo, alla fine dello spettacolo, ha detto parole rassicuranti sulla prossima terza stagione del Teatro da camera solitamente seguito da un pubblico di fedelissimi.
Dolente e divertente l’atto unico di Eduardo che in questa occasione è stato ridotto da Gaziano all’insegna della famosa frase eduardiana “Ogni tentativo di dare alla vita un qualunque significato è Teatro”.
Qui la chiassosa e amara allegria diventa scintillante e talora pirotecnica con sullo sfondo il problema della disoccupazione con la quale De Filippo ci ricorda che nella miseria la persona non diventa nemmeno persona. Ne deriva una serie di espedienti e trovate per consentire di sbarcare il lunario a fantasiosi personaggi che in questo adattamento hanno trovato interpreti adeguati. Favolosa la trovata di Eduardo della prostituta truffaldina che prima si fa pagare e poi invita i malcapitati a fare l’amore sul letto dove giace il marito (finto) morto.
A dimostrazione, se ce ne fosse ancora bisogno, della qualità del nostro vivaio di attori che, come capita spesso, sono sempre migliori dei registi e degli amministratori delle città, poco attenti e consapevoli.