Sono passati ormai quasi due anni dalla sentenza con cui la Corte di Appello di Palermo ha condannato ad un anno di reclusione due funzionari dell’ufficio tecnico del comune di Agrigento per la morte di Chiara La Mendola, deceduta nel dicembre 2013 a ventitré anni in seguito ad un incidente con lo scooter.
In questi due anni, nonostante il termine indicasse novanta giorni, non sono ancora state depositate le motivazioni della sentenza con la conseguenza del concreto rischio prescrizione oltre che al “congelamento” della causa civile per il risarcimento del danno.
I familiari di Chiara La Mendola, per questo motivo, si dicono pronti a protestare e chiedono a gran voce l’intervento del ministro della Giustizia, Carlo Nordio. “La morte di Chiara ha distrutto le nostre vite” dicono in un’intervista rilasciata al Tg5 andata in onda quest’oggi.
La vicenda risale al dicembre 2013. Chiara stava percorrendo a bordo del suo scooter una via del quartiere di San Leone quando prese una buca presente sul manto stradale profonda 12 centimetri. A processo finirono due funzionari del comune – Giuseppe Principato e Gaspare Triassi – con l’accusa di omicidio colposo per non aver vigilato e segnalato il dissesto stradale. Il tribunale di Agrigento condannò entrambi alla pena di un anno e il verdetto fu poi confermato in Appello due anni fa. Ancora oggi non è stata depositata la motivazione della sentenza.