Capitale della cultura, si dimette il direttore Albergoni: le reazioni della politica
Le reazioni della politica alla notizia delle dimissioni del direttore generale di Agrigento2025
“Esprimo la mia più sincera gratitudine per il contributo significativo e l’impegno costante profuso da Roberto Albergoni durante il suo operato”. Lo dice il sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè, dopo le dimissioni del direttore generale della Fondazione “Agrigento 2025, avvenute ieri. “Albergoni, uomo dallo spirito colto, visionario e di grande tenacia, è stato il fautore e l’anima del progetto, tra i primi ad avere lanciato lo sguardo su Agrigento Capitale italiana della cultura e le sue grandi potenzialità. Ha voluto garantire, prima di dimettersi, la realizzazione dei progetti del dossier di candidatura e sono certo che continuerà a offrire il proprio sostegno ad Agrigento 2025”, conclude.
GIOVANNA IACONO (PARTITO DEMOCRATICO)
“Le dimissioni di Alberto Albergoni, non solo il direttore generale della Fondazione, ma uno dei padri del progetto Agrigento Capitale della cultura, sono l’ennesimo colpo che segna il fallimento di una gestione che ha trasformato una grande occasione in terreno di conquista per poltrone e interessi politici di partito”. Lo dice la parlamentare del Partito democratico, Giovanna Iacono, dopo che ieri Albergoni ha lasciato il proprio incarico. “Agrigento – aggiunge – meritava più rispetto e amore. Gli agrigentini e le realtà, che con mille difficoltà in questi anni avevano provato a costruire un’offerta culturale per la città, meritavano un riscatto e un’opportunità che giorno dopo giorno viene negata da una classe politica che, evidentemente, non era preparata e all’altezza della sfida. A partire dal presidente della Regione Renato Schifani, solerte nel garantire sostegno e a dispensare rassicurazioni, ma altrettanto pronto nello scaricare le responsabilità. Oggi rimangono le macerie di un progetto ambizioso fatto a pezzi per liti e beghe di potere”. “Vorremmo sentire rivolgere le scuse alla città, ancora una volta usata, spremuta e poi gettata via. Scuse che pretendiamo oggi da chi gestisce il governo della città e dal presidente Schifani”, conclude.
IDA CARMINA (M5S)
“Un’occasione unica ed irripetibile che finora si è rivelata un simbolo di inefficienza e cattiva gestione amministrativa. Il progetto Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025, che avrebbe dovuto rappresentare un volano per lo sviluppo culturale e turistico dell’intero territorio, sta naufragando tra dimissioni, eventi annullati, gravi ritardi organizzativi e carenze strutturali imbarazzanti. Le dimissioni prima del Presidente della Fondazione, Giacomo Minio, e ora anche del Direttore, Roberto Albergoni, segnano il fallimento gestionale di un’iniziativa che rischia di privare Agrigento e la Sicilia di una straordinaria opportunità di crescita. L’annullamento del ritorno dell’Efebo d’Oro per l’assenza di garanzie economiche da parte dell’amministrazione, il quasi certo rinvio dell’evento ‘Sphairos’ per l’incapacità della Fondazione di coprire anche solo le spese di viaggio e ospitalità degli artisti, le criticità logistiche e infrastrutturali sempre più evidenti, rappresentano un quadro inaccettabile di sprechi e superficialità. Per queste ragioni, ho presentato un’interrogazione urgente al Ministro della Cultura per chiedere di intervenire immediatamente, se necessario anche con il commissariamento della Fondazione Agrigento 2025 e l’assunzione della gestione diretta dell’evento da parte del Ministero, affinché venga garantita la realizzazione dei progetti e dei programmi previsti, fondamentali per lo sviluppo culturale e sociale dell’intero territorio agrigentino. Non possiamo permettere che una manifestazione di tale rilievo si trasformi in un disastro amministrativo e di immagine per la Città dei Templi. Il governo intervenga subito per salvare Agrigento Capitale della Cultura 2025 e restituire dignità a questa grande opportunità di rilancio per la città e per tutta la Sicilia”.
ANGELO CAMBIANO (M5S)
“Agrigento Capitale della cultura 2025 doveva essere un’occasione straordinaria per rilanciare l’immagine della città, della provincia e dell’intera Sicilia, ma ad oggi appare più come un simbolo di inefficienza amministrativa e di cattiva gestione delle risorse pubbliche. Le dimissioni prima del presidente della Fondazione, Giacomo Minio, e adesso del direttore Roberto Albergoni, sono solo l’ultimo capitolo di una vicenda che rischia di compromettere irrimediabilmente un’opportunità unica per il territorio”. Lo dice Angelo Cambiano, deputato all’Ars del Movimento 5 Stelle. “L’addio di Albergoni – sottolinea – giunge in un contesto di caos: eventi annullati per mancanza di coperture finanziarie, programmazione incerta e carenze strutturali imbarazzanti. Un esempio lampante è il quasi certo rinvio dell’evento ‘Sphairos’, previsto per il 9 aprile, a causa dell’incapacità della Fondazione di garantire anche solo i voli e gli alloggi per gli ospiti.” “Dopo nemmeno tre mesi dall’inizio di Agrigento Capitale della cultura – continua Cambiano – la città ha già dovuto fronteggiare scandali e polemiche: dalle dimissioni ai ritardi organizzativi, dalle strade asfaltate in fretta e furia ai tombini rilevati con i metal detector, fino ai disagi al Teatro Pirandello, dove persino la pioggia ha avuto la meglio sull’arte. Un disastro amministrativo che sta mortificando l’orgoglio di Agrigento e della Sicilia intera”. Il deputato punta il dito anche contro la Regione e il Comune: “Non si può continuare a minimizzare. Agrigento meritava una pianificazione seria e professionale”. A dimostrazione della cattiva gestione, arriva anche la notizia del rinvio del primo appuntamento dell’Efebo d’Oro, il festival cinematografico internazionale che, nell’anno di Capitale italiana della cultura, avrebbe dovuto fare ritorno ad Agrigento con un programma ricco di eventi. Il Centro di ricerca per la narrativa e il cinema, ente produttore e organizzatore della rassegna, ha annunciato di essere stato costretto, “in assenza di qualsiasi conferma d’impegno da parte dell’amministrazione agrigentina”, ad annullare l’evento previsto al Museo Griffo dal 27 al 29 marzo. La Regione intervenga per salvare il salvabile”.
LILLO FIRETTO (EX SINDACO DI AGRIGENTO)
Azzerare la Fondazione subito. Crearla è stato un errore strategico. Ma tant’è: è inutile dire l’ avevamo detto. Le responsabilità sono in capo all’ amministrazione comunale ma anche su chi ha atteso nella consapevolezza del rischio potenziale e solo per ragioni contrattuali ha dovuto assecondarne il percorso. L’onta che ricade su Agrigento ha nomi e cognomi. La città non può restare a guardare dinanzi alla vergogna, allo scempio, alla totale assenza di sostanza e di serietà per il ruolo che sono stati chiamati a rivestire.
ROBERTA LALA (ITALIA VIVA)
Svaniscono gli ultimi sussulti di speranza per recuperare un evento che era partito male e sta proseguendo peggio. Prima l’incredibile, mai motivata, esclusione dell’On. Mangiacavallo, anima del progetto, anche su un piano formale. Poi l’uscita imposta al Dr. Minio, persona per bene e competente, nelle cui mani era stata affidata la Fondazione. Ma con le dimissioni di Roberto Albergoni, “stratega per tutte le stagioni”, ma anche direttore generale della Fondazione, si è proprio toccato il fondo. I cittadini meritano risposte chiare precise e puntuali ma regna un silenzio surreale sulla vicenda “Agrigento Capitale Italiana della cultura”. Il Presidente Schifani, che ha di fatto commissariato la fondazione, avocando a sé ogni decisione importante, aveva anche dichiarato che questo evento, fondamentale per il rilancio del territorio, doveva essere salvato ad ogni costo, posto che un fallimento si sarebbe tradotto in un fallimento per l’intera Sicilia. Oggi il Sindaco che il Presidente Schifani sono egualmente responsabili di non essere riusciti a prendere in mano la situazione, e neppure di colmare gli enormi e colpevoli ritardi. Resta la beffa di una città gravemente danneggiata nella sua immagine. A chi attribuire, oggi, le mancate risposte, la disattenzione, l’arroganza, verso le tantissime associazioni e ai cittadini che, da sempre, si erano messi a disposizione per favorire dialogo e crescita, e che di recente, con l’osservatorio permanente, rimangono fermamente intenzionati a dire la loro? C’è stata solo miopia o si sono privilegiati altri aspetti, quali l’appartenenza politica, l’affarismo, il clientelismo? Anche su questi aspetti siamo certi che arriverà la verità. Di Capitale della Cultura 2025 resta una città mortificata, a cui è impedita la crescita, a cui sono negati i servizi essenziali, nella quale prevalgono le logiche peggiori e dove viene meno anche la speranza. Agrigento, con la sua storia, è da sempre Capitale della cultura, ma alle glorie del passato occorre affiancare un presente sostenibile, per poter immaginare un futuro dignitoso, quale meta turistica tra le più attrattive, nella quale si possa tornare a lavorare, a investire, a sperare. A questo, si è detto, doveva servire la candidatura a Capitale Italiana della Cultura, il più grande tra i tradimenti di cui gli agrigentini porteranno ricordo.
ROBERTA ZICARI(DC)
“Sulle vicende di Capitale della Cultura, le riflessioni dell’onorevole Pumilia ci sembrano le più lucide e conducenti” così il gruppo consigliere Dc che prosegue:
“Al grido di:”salviamo il salvabile” serve un intervento più incisivo da parte della Regione, che porti ad avere un Commissario ad acta, fosse anche la stessa Presidente della Fondazione. Serve semplificare e snellire i centri decisionali, del resto da decidere c’è ben poco: I progetti sono già stati scritti da Albergoni nel dossier e gli affidamenti saranno gestiti dal Parco. Serve potenziare e riempire di contenuti la comunicazione, già affidata anche questa.
Serve coinvolgere il territorio anche con bandi ad hoc.
Ad oggi si può solamente affermare che la responsabilità di questo cortocircuito che danneggia Agrigento è Dell’amministrazione comunale che ha perseguito l’idea di una fondazione nuova, pur avendo la Pirandello, e benché il Consiglio Comunale abbia suggerito in più occasioni che non c’era il tempo di creare una nuova fondazione, di usare la Pirandello.
Si dimette Albergoni ma non è Lui il soggetto che dovrebbe assumersi la responsabilità di scelte sbagliate e rimettere il mandato, è il Sindaco.”
MARIO GIAMBONA(PD)
“Agrigento avrebbe dovuto rappresentare il riscatto culturale e socio-economico della Sicilia ma si è trasformata in un clamoroso fallimento. La speranza di vedere la città diventare una Capitale italiana della cultura capace di rilanciare l’economia, il turismo e l’immagine dell’intera regione si è dissolta nel peggiore dei modi. Una opportunità storica irrimediabilmente vanificata dal degrado amministrativo e dal pressapochismo della classe dirigente politica locale e del governo regionale guidato da Schifani”. Così il vice-presidente del gruppo parlamentare siciliano del Partito Democratico, Mario Giambona. “I numeri sono impietosi e la programmazione culturale è stata pressoché inesistente – prosegue – Un danno economico incalcolabile per l’intera Sicilia con il settore alberghiero, la ristorazione, il commercio e i servizi turistici che non hanno visto alcun incremento significativo”. La gestione della manifestazione viene definita dal deputato del Pd “tragicomica e iniziata nel peggiore dei modi con le dimissioni presidente della Fondazione Agrigento Capitale della Cultura 2025, Giacomo Minio e del presidente della Fondazione Orestiadi, Calogero Pumilia. Un effetto domino dovuto alla mancanza di visione politica da parte della maggioranza del centrodestra siciliano che ha fatto diventare Agrigento il simbolo della totale mancanza di programmazione e organizzazione politica e amministrativa”. Il deputato del Pd dice che “i responsabili di questo flop, ovvero il sindaco Franco Miccichè e il presidente della Regione Renato Schifani, dovrebbero passarsi una mano sulla coscienza e chiedere scusa agli agrigentini e a tutti i siciliani”.