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Il maxi sequestro di cocaina a Porto Empedocle: in aula il racconto di indagini e materiale informatico sequestrato 

Ancora oggi risulta essere il più grande sequestro di cocaina mai effettuato in Italia. Oltre cinque tonnellate di polvere bianca per un valore di 850 milioni di euro

Pubblicato 2 ore fa

Ancora oggi risulta essere il più grande sequestro di cocaina mai effettuato in Italia. Oltre cinque tonnellate di polvere bianca per un valore di 850 milioni di euro. Un record. È ripreso questa mattina, davanti i giudici della prima sezione penale del tribunale di Agrigento, il processo a carico di quindici imputati coinvolti nella maxi operazione avvenuta nell’estate 2023 al largo di Porto Empedocle. Sono i membri dell’equipaggio della motonave “Plutus” e del peschereccio “Ferdinando d’Aragona”, accusati di associazione a delinquere finalizzata al trasporto, commercio, cessione e detenzione di sostanze stupefacenti aggravata dalla transnazionalità e dall’ingente quantità. 

IL PROCESSO

Prosegue, dunque, il dibattimento. Sul banco dei testimoni il capitano della Guardia di finanza Luigi Laraspata, tra i protagonisti del blitz condotto in alto mare dalle Fiamme gialle. L’ufficiale, rispondendo alle domande delle parti, ha riferito sull’attività investigativa di quei giorni: dal monitoraggio sia navale che aereo dei due natanti, al loro repentino cambio di rotta iniziale, fino all’abbordaggio e al rinvenimento dei colli all’interno dei quali era occultata la cocaina. Esaminato anche il consulente informatico nominato dal pm Federica La Chioma, l’ingegnere Tulumello. Il perito si è occupato, in particolare, dei dati estrapolati dai telefonini e dai computer sequestrati ai membri dell’equipaggio. I giudici della prima sezione, presieduta da Alfonso Malato, hanno rinviato l’udienza al prossimo 17 marzo per procedere all’esame degli imputati difesi – tra gli altri – dagli avvocati Leonardo Marino, Giancarlo Liberati, Alessia Dzedzinska e Maria Paola Polizzi. 

L’OPERAZIONE ED IL MAXI SEQUESTRO 

L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia Federica La Chioma, non soltanto ha permesso di sequestrare cinque tonnellate di cocaina ma ha fatto anche luce su un articolato gruppo di trafficanti. Le indagini nascono dal ritrovamento di 56 chili di hashish nella disponibilità di due pregiudicati palermitani. L’attività investigativa ha così permesso di ricostruire i movimenti telefonici effettuati esclusivamente da utenze criptate olandesi. Si è così delineata, con il proseguo delle indagini, una ben radicata organizzazione criminale dedita al narcotraffico operativa tra la Sicilia e la Calabria. Il blitz scatta la notte del 19 luglio 2023. Gli investigatori tengono d’occhio la motonave Plutus, battente bandiera di Palau, piccolo arcipelago vicino le Filippine. L’imbarcazione effettua movimenti anomali, cambi di rotta, non comunica gli spostamenti alle autorità. Ed è proprio in quel momento che entra in scena il peschereccio “Ferdinando d’Aragona” che, a circa quaranta miglia dalle coste italiane, recupera una serie di pacchi gettati in mare. La Guardia di Finanza entra in azione e blocca il peschereccio, portandolo nel porto più vicino: Porto Empedocle. Vengono così rinvenuti ben 187 colli contenenti 24 panetti ciascuno: sono 5,3 tonnellate di cocaina. La nave Plutus, che aveva tentato una fuga, verrà bloccata in seguito e portata nel porto di Termini Imerese. 

GLI IMPUTATI 

Yanis Bargas, 20 anni; Murad Osmanov, 29 anni; Elamr Hamzayev, 26 anni; Yeroslav Malenkov, 75 anni; Rasim Huseynov, 58 anni; Orkhan Orujov, 34 anni; Eran Tekin, 39 anni; Nuh Bal, 50 anni; Birol Altin, 41 anni; Mehmet Kirmizigul, 35 anni; Ebubekir Ozbilen, 30 anni; Murlan Mirzammadov, 30 anni; Ergin Tahir Aycun, 35 anni; Erkan Katircioglu, 49 anni; Onur Coskun, 25 anni. Altri cinque imputati hanno scelto la via del rito abbreviato: si tratta di Vincenzo Catalano, 36 anni; Sami Mejri, 49 anni; Kamel Thamlaoui, 55 anni; Elvis Lleshaj, 36 anni; Murad Osmanov, 29 anni.

CINQUE CONDANNE IN ABBREVIATO 

Lo scorso dicembre si è arrivati ad un primo verdetto con la condanna dei cinque imputati che avevano scelto di essere giudicati col rito abbreviato. Il giudice per l’udienza preliminare Marco Gaeta ha inflitto sedici anni al capitano della nave Plutus, il russo Viktor Dyachenko, e a Vincenzo Catalano, comandante del peschereccio Ferdinando D’Aragona, di 35 anni di Bagnara Calabra. Condannati anche tre membri dell’equipaggio: Kamel Thamlaoui tunisino, 53 anni residente a Tricase (Lecce) che ha avuto 14 anni, mentre Elvis Lleshaj albanese e Samj Mejri tunisino, 48 anni, residente a Barcellona Pozzo di Gotto ne hanno avuti 12 . Inoltre sono state disposte multe da 100 mila euro per i due comandanti e 80 mila per i membri dell’equipaggio. Una volta scontata la pena per il capitano della Plutus e l’equipaggio il giudice ha disposto l’espulsione dall’Italia.

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